Le parole del commissario straordinario nazionale per l’adozione di interventi urgenti connessi alla scarsità idrica, Nicola Dell’Acqua, hanno sollevato non poche polemiche. Secondo il suo punto di vista, l’acqua, pur essendo un bene pubblico, non dovrebbe essere offerta gratuitamente, poiché la sua gestione comporta dei costi significativi. Questo argomento trova spazio anche nelle dichiarazioni rilasciate a GeaPress, in cui Dell’Acqua sostiene che in Italia il prezzo dell’acqua dovrebbe essere più elevato.

La situazione delle risorse idriche nel Paese è complessa e varia da regione a regione. In Sicilia, ad esempio, molte persone sperimentano ancora turni nell’erogazione dell’acqua, con rubinetti asciutti per giorni interi, un problema che purtroppo non è limitato solo a quest’isola. Anche altre zone, come la provincia di Potenza in Basilicata, affrontano criticità notevoli. A peggiorare la situazione vi è una rete idrica nazionale obsoleta e caratterizzata da perdite ingenti.

Dell’Acqua evidenzia la necessità di interventi urgenti per risanare infrastrutture spesso trascurate nel corso degli anni. Il commissario fa un paragone con altri Paesi, dove il costo dell’acqua è ben superiore, attestandosi tra i 5 e i 6 euro per metro cubo rispetto ai circa 2 euro italiani. L’investimento nel rinnovamento della rete idrica italiana potrebbe portare, a lungo termine, a una riduzione dei costi di gestione.

Questo tema complesso rimane costantemente all’attenzione del Governo Meloni, come di quelli precedenti, considerando l’importanza dell’acqua come risorsa vitale. L’enfasi posta dal commissario su una tariffazione più alta mira a valorizzare un bene prezioso, proprio per evitare sprechi e incentivare un utilizzo più responsabile. Tuttavia, le sue dichiarazioni suscitano inevitabilmente una certa amarezza, soprattutto tra coloro che, pur pagando, non ricevono un servizio adeguatamente garantito.

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