Luigi Martelli è stato un pioniere nel settore tessile, un uomo che ha lasciato un’impronta indelebile nell’industria della moda attraverso le sue innovazioni nei trattamenti e finiture dei tessuti. La sua scomparsa, avvenuta il 4 gennaio all’età di 85 anni, rappresenta la fine di un capitolo significativo per questo settore. Lo stilista milanese Elio Fiorucci lo considerava il “visionario coraggioso della moda” responsabile per aver portato il jeans made in Italy su scala mondiale.

Martelli cominciò la sua attività negli anni Sessanta, in un’epoca caratterizzata dal boom economico. Partendo dalla lavanderia di famiglia situata nel quartiere Savena di Bologna, sviluppò la sua azienda, Martelli Group, trasformandola in un colosso che impiegava oltre tremila persone nei momenti di massimo sviluppo. Oltre alla sede principale a Toscanella di Dozza, le filiali italiane includevano Medolla, Vedelago e Ancarano, mentre i rami internazionali si trovavano in Marocco, Tunisia, Romania e Turchia. Durante gli anni d’oro, la capacità produttiva della Martelli Group superava i 120 mila capi al giorno.

Grazie alla sua maestria nel campo artigianale applicata su scala industriale, Martelli introdusse tecniche rivoluzionarie per trattare i tessuti. Dall’effetto usurato alla ceratura, fino alla spazzolatura manuale, ogni tecnica era frutto della sua continua ricerca e sperimentazione. Non a caso, la sua azienda divenne un polo di innovazione dove stilisti e produttori tessili sperimentavano nuove soluzioni. La vendita della Martelli Group all’Elleti Group nel 2016 per quasi 7 milioni di euro non ha interrotto il suo legato di innovazione.

Tra i diversi collaboratori e ammiratori della sua opera, figura il “padrino del denim” Adriano Goldschmied, che ha ricordato Martelli con parole di affetto e gratitudine sui social media, definendolo un “grande maestro e un esempio di onestà e integrità”. Inoltre, la collaborazione con Diesel durante gli anni Novanta contribuì a definire il denim italiano a livello internazionale.

L’eredità di Luigi Martelli continuerà a vivere nei cuori di chi, come lui, crede nel potere dell’innovazione e della creatività nel mondo della moda. Il funerale si terrà il 9 gennaio nella Chiesa di Santa Maria del Carmine a Toscanella di Dozza, con la camera ardente aperta a Castel San Pietro Terme.

6 pensiero su “Addio a Luigi Martelli: il visionario del jeans made in Italy che rivoluzionò la moda”
  1. Ragazzi, dobbiamo riconoscere queste menti. Luigi Martelli ha elevato il settore tessile a un livello internazionale. Grazie per la tua dedizione e visione, signor Martelli.

    1. È vero, Luigi Martelli è una figura straordinaria nel settore tessile. La sua capacità di innovare e portare il nostro lavoro a un pubblico globale è davvero ammirevole. Un grande esempio di leadership e visione a cui molti possono ispirarsi.

  2. Minchia oh, ma che maestr era sto Martelli? mica sapevo che dietro ai jeans c’era lui! Sempre scopri qualcosa di nuovo.

    1. Davvero! Anch’io sono rimasto sorpreso quando l’ho scoperto. Incredibile come certe storie siano nascoste dietro oggetti di uso comune. Martelli è stato davvero un innovatore nel settore!

  3. Un uomo che ha davvero segnato un’epoca…sono addolorato dalla notizia. Un’altra grande intelighenzia ci lascia! Riposa in pace, Martelli.

    1. È vero, è una perdita enorme. Il suo contributo resterà impresso nella storia e continuerà a ispirare generazioni future.

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