La pandemia
covid un contatto a metà

 

 

 

 

 

 

Per il Covid19, dalla parte della rete pubblica sanitaria, si è cercato in tutti i modi di arginare l’emergenza che si stava creando in progressione.   E’ stato un tempo in cui si è affrontato il problema dal lato umano per salvare vite. Ci sono stati problemi con grandi numeri di decessi  soprattutto anziani ricoverati nella: sanità pubblica, case di cura e case di riposo . Possiamo avvallare l’attenuante di chi era preposto a fronteggiare questo virus maledetto con un primo tempo di smarrimento con strutture non idonee a grandi numeri e a una estenuante  politica di opposizione  d’assalto e disfattista. Qualunque decisione si prendeva nel corso Covid19 la polemica negazionista di turno era senza uno spiraglio di collaborazione. La parola d’ordine  è stata ed è ancora: “il tutto è l’opposto di tutto”. La cosa si è trascinata e acuita a tutt’oggi anche per  la perenne presenza costante della campagna elettorale soprattutto con elezioni regionali svolte in questo 2020 . Certe  domande me lo poste fin dall’inizio:  le strutture sanitarie private dove erano? Forse indaffarate a salvare i “grandi” pieni di risorse economiche? Allora chi si è salvato?          Si   è cercata “l’opportunità” di una ricerca affannata,  soprattutto di classi agiate, di  arricchirsi sempre di più a scapito delle classi povere che perdevano il  lavoro costantemente. Le zone delimitate con le colorazioni: rosso, arancione e giallo in base alla gravità del contagio sono una cosa giusta ma poi si devono fare i conti con chi pensa: “fatti i DPCM trovato il modo  di aggirarli”. Questo non è altro il modo di fare del male a se stessi e agli altri. Certi comportamenti del passato, con la Pandemia, sono stati  stravolti   portando a reazioni a volte anche incontrollate. Questo dipende da una “formattazione” eseguita sulla popolazione nel passato inculcando paura  di perdere certezze economiche egoistiche che  hanno stressato il Paese. Le restrizioni che sono nel DPCM  di Natale sono un ulteriore avviso, nei comportamenti,  di  buon senso per  capire le conseguenze di un’apertura troppo libera fatta di assembramenti incontrollati. Questa estate abbiamo avuto la prova evidente del mancato buon senso e anche, dai primi di dicembre, nella corsa affannosa all’acquisto dei regali di Natale.                                                                                                                      Questa Pandemia ci ha portato un rafforzamento di certi valori di: rapporti  umani, ecologici ma anche a reazioni  egoistiche. Una speranza c’è che il vaccino riporti ad una certa normalità il Paese salvo ulteriori polemiche contrarie impreviste.

7 pensiero su “Ai tempi del COVID19”
  1. Io direi che alcune perrsone noon capiscono la gravità dela situazione. Hoo visto ancora tropa gente nei negozi senzza motivo….

  2. Tuta ‘staa storia del Dpcm poteva A SERIE gestita diversamente… problemi dapertutto! Ma adessso basta guerre innterne, serve colaborazione vero!

  3. Ma quande mai! Dev’essere la panacea de tuti i mali ma te pennsi che el vacino sia magia? A me par de no…

  4. Purtroppo, bisogna ametere che la gestione ddelle risorse è stata ineficace. Le strutture sanitarie private.. sempre dietro le quinte..

  5. Questi lockdown e zone colorate mi sembrano solo un modo per controllarci. Le restrizioni natalizie poi, non hanno senso. Fate pure il vaccino se volete, ma io resto scettico.

  6. Io penso che non è giusto puntare il dito solo contro il sistema sanitario pubblico. Anche molti privati potevano fare di più! Comunque non vedo l’ora che questa storia del Covid finisca.

  7. Moe molto riflessivo questo testo, fa capire quanto sia stato difficile il periodo della pandemia per tutti. Speriamo che il vaccino ci aiuti a ritrovare un po’ di serenità.

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