Raccontare delle esperienze nel mondo del Bdsm è come aprire una porta verso un universo spesso incompreso e pieno di sfumature. In un bar del centro di Bologna, una donna di nome Asia ci conduce in questo mondo con una narrazione vivida e dettagliata. Ha circa quarant’anni, lunghi capelli neri raccolti in una coda alta e uno sguardo che cattura l’attenzione. Con calma e precisione, spiega come questa parte della sua vita fosse nata da una proposta di un’amica, che avendo figli non poteva ospitare gli incontri a casa sua. Asia, che vive da sola, aveva accettato e aveva messo a disposizione la propria abitazione.
Contrariamente a quanto si possa pensare, questo non è un lavoro semplice. Richiede attenzione, cura e un grande senso di sicurezza. Le pratiche più comuni all’interno del Bdsm sono generalmente molto distanti dall’idea di atto sessuale convenzionale; il focus si concentra spesso su gesti e rituali che coinvolgono i piedi: c’è chi paga semplicemente per avere il privilegio di toccarli o baciarli. Asia sottolinea più volte come il contatto sessuale in senso stretto non faccia parte del quadro, sebbene l’utilizzo dello strap-on – una cintura con un pene finto indossato dalla donna – possa sembrare il contrario.
Un altro elemento interessante è il cliente fisso, un imprenditore edile, che portava sempre con sé una valigetta piena di strumenti. Nell’aspetto un individuo dell’apparenza comune, che ricercava nient’altro che il piacere di questi incontri senza ulteriori aspettative. Il fatto che Asia lavorasse in coppia con la sua amica era un valore aggiunto per il cliente e rendeva l’incontro più intenso.
Fondamentale era l’attenzione alle misure di sicurezza. Ogni incontro avveniva sotto l’egida di una parola di sicurezza, una precauzione particolarmente utile con clienti che richiedevano pratiche più intense. E nonostante la delicatezza di queste situazioni, mai si era verificata la necessità di farne uso.
Nel complesso, il racconto di Asia offre uno sguardo autentico e sfaccettato su un mondo complesso, sfatando miti e mostrando un aspetto del Bdsm spesso sconosciuto ai più. Le sue parole ci conducono in un viaggio di scoperta, sempre nel rispetto e nella sicurezza reciproca, creando un’immagine lontana dai cliché.