Un episodio eclatante ha scosso la tranquillità della basilica di San Pietro a Roma. Protagonista del gesto una giovane attivista ucraina di 28 anni, appartenente al gruppo Femen. Al grido di “Save the children of Ukraine”, la donna si è spogliata, lasciando cadere il giubbotto, mantenendo indosso solo i pantaloni, ed ha scavalcato la recinzione che circonda il presepe, nel tentativo di afferrare il bambinello. Tuttavia, il suo tentativo è stato prontamente bloccato dagli agenti dell’ispettorato del Vaticano, che l’hanno arrestata con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale.

L’attivista, identificata come Y.F., ha agito in pieno giorno per protestare contro le tragiche conseguenze del conflitto in Ucraina, sottolineando, secondo quanto riportato dal movimento Femen, che circa 700mila bambini ucraini sarebbero stati rapiti o trasferiti con la forza nei territori occupati illegalmente dai russi. La donna ha inoltre espresso critiche nei confronti del Vaticano, accusandolo di immobilismo di fronte a queste situazioni drammatiche.

Prima di passare all’azione, la 28enne aveva annunciato sui social le sue intenzioni, accompagnata da una dichiarazione politica forte. Durante l’incursione, purtroppo scivolata in uno dei laghetti antistanti il presepe, sul suo corpo erano visibili alcuni messaggi: sul petto le parole “Where is my child” e sulla schiena “Putin is war criminal”. Nonostante la caduta, la donna è stata rapidamente immobilizzata dalla polizia vaticana.

L’episodio non rappresenta un inedito per il gruppo Femen, che già nel 2017 aveva effettuato un’azione simile. Anche allora, l’obiettivo dichiarato era il patriarcato, benché con risultati analoghi: il raid fu anch’esso sventato dalle forze dell’ordine. Domani, il sostituto procuratore Saverio Francesco Musolino dovrà decidere se contestare ulteriori reati all’attivista, quali tentato furto e atti osceni in luogo pubblico.

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