Nel contesto dei cambiamenti che stanno interessando il mondo dell’industria automobilistica, l’Unione Europea, guidata da Ursula von der Leyen, ha recentemente inviato un segnale di apertura verso il settore automobilistico europeo. Attraverso il lancio del Dialogo strategico sull’automotive, previsto per gennaio 2025, viene evidenziata la necessità di adattare le regole delle auto elettriche e di adottare un “approccio tecnologico aperto”. Tale iniziativa mira a supportare un’industria in difficoltà nel passaggio verso veicoli più sostenibili, mantenendo allo stesso tempo la competitività.
La crisi delle vendite di nuovi veicoli e le sfide connesse alla transizione verso le auto elettriche hanno messo in ginocchio il settore dell’automotive, spingendo Bruxelles a riflettere su soluzioni che combinino pulizia e competitività. Anche se l’obiettivo di fermare le immatricolazioni di auto a combustione nel 2025 rimane invariato, l’intenzione è quella di evitare sanzioni e di considerare nuove tecnologie come i biocarburanti, in precedenza esclusi dalle fonti sostenibili riconosciute.
L’Italia e la Repubblica Ceca sono tra i Paesi che hanno sollecitato l’inclusione dei biocarburanti nel regolamento, che dovrebbe essere revisionato nel 2025 invece del 2026, a causa del loro ruolo da protagonisti nella produzione di questi carburanti. Il Partito Popolare Europeo ha recentemente riproposto tali modifiche, e il fatto che la Commissione Europea stia ora considerando queste proposte è visto con favore dai vertici delle case automobilistiche.
Il Dialogo strategico non si limita solo alle questioni ambientali ma mira anche a sostenere il settore affrontando temi come l’occupazione e la competitività globale. Si discuterà di innovazione, digitalizzazione, intelligenza artificiale e guida autonoma per mantenere l’industria automobilistica europea all’avanguardia. Inoltre, si prevede di rafforzare il settore finanziariamente, aumentando la domanda e migliorando la resilienza della filiera in un mercato internazionale sempre più competitivo.
Le difficoltà che affronta oggi il settore comprendono una domanda debole, la mancanza di infrastrutture di ricarica adeguate per le auto elettriche, difficoltà nella produzione di batterie e una forte dipendenza dai fornitori cinesi. Nonostante ciò, l’Unione Europea vuole evitare di ostacolare la transizione già in atto verso l’elettrico, che potrebbe essere danneggiata da un’inversione di marcia in merito alle immatricolazioni a combustione previste per il 2035.
Una delle questioni più urgenti riguarda le possibili sanzioni legate alle emissioni di CO2 nel 2025, che potrebbero raggiungere una cifra tra i 15 e i 17 miliardi di euro; un impatto economico che i produttori faticano a sostenere. Con alcune grandi aziende automobilistiche come Stellantis e Volkswagen già impegnate in piani di ristrutturazione e tagli del personale, trovare una soluzione a queste problematiche è essenziale per il futuro del settore.