Negli ultimi mesi, una società cinese controllata dal governo di Pechino ha ottenuto contratti importanti nel settore della sicurezza per i porti e gli aeroporti italiani, sollevando interrogativi sulla sicurezza nazionale. L’operazione, che ha visto un investimento di oltre 15 milioni di euro, è stata resa possibile grazie a fondi provenienti dallo Strumento per le attrezzature di controllo doganale (Ccei), un programma della Commissione europea del valore di un miliardo di euro, finalizzato a migliorare i sistemi doganali dei paesi membri, inclusa l’Italia.

La compagnia in questione, Nuctech, è già stata al centro di un’indagine a livello europeo per sospette violazioni dei regolamenti sui sussidi stranieri. Nonostante ciò, ha vinto due contratti nell’ambito dei bandi dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli italiani. Il primo contratto, del valore di 11,28 milioni di euro, riguarda la fornitura di sei sistemi mobili di scansione per l’ispezione delle merci nei porti italiani. La Nuctech ha battuto la concorrenza grazie a un’offerta inferiore rispetto alla base d’asta fissata a 18 milioni di euro, superando la proposta italo-britannica di Smiths Detection. Il secondo contratto, del valore di 4,779 milioni di euro, prevede la fornitura di quattro scanner mobili con tecnologia a retrodiffusione, destinati agli uffici doganali italiani.

Oltre a un’offerta particolarmente competitiva, la Nuctech ha promesso la consegna e l’installazione dei dispositivi in tempi brevi, convincendo le autorità italiane ad accettare la sua proposta. Questo sviluppo ha suscitato preoccupazioni tra gli esperti di sicurezza, i quali temono che la presenza di tecnologie cinesi nelle infrastrutture strategiche italiane possa rappresentare una minaccia per la sicurezza nazionale.

I sistemi della Nuctech sono già ampiamente diffusi in Europa: oltre mille scanner sono attivi nei porti, negli aeroporti e ai valichi di frontiera di 25 su 27 paesi membri dell’Unione Europea, oltre che in cinque stati membri della NATO, tra cui Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia, i cui confini toccano la Russia. I dispositivi dell’azienda cinese sono stati impiegati anche in eventi di portata internazionale, come l’Expo di Milano del 2015 e i Mondiali di calcio in Brasile.

La rapida ascesa della Nuctech nel mercato globale è stata notevole. In meno di vent’anni, l’azienda è diventata leader mondiale nel settore delle apparecchiature di scansione e sicurezza, con una presenza in oltre 170 paesi. Secondo il Financial Times, negli ultimi dieci anni la società ha partecipato a più di 160 gare d’appalto pubbliche in Europa per un valore complessivo di circa 120 milioni di euro. Questo successo ha suscitato non solo l’attenzione, ma anche le preoccupazioni di molte nazioni occidentali.

Negli Stati Uniti, la Nuctech è stata estromessa dal mercato per ragioni di sicurezza nazionale, seguendo lo stesso percorso di altre aziende cinesi come Huawei e TikTok. Funzionari statunitensi temono che le tecnologie della Nuctech possano essere utilizzate per raccogliere dati sensibili a scopi governativi o industriali, o addirittura per effettuare operazioni di sabotaggio. Tuttavia, la compagnia cinese ha sempre respinto tali accuse, affermando che i dati generati dai suoi dispositivi appartengono esclusivamente ai clienti e che tutte le sue apparecchiature sono protette da rigorosi controlli di sicurezza.

Le preoccupazioni occidentali sono ulteriormente alimentate dal legame diretto tra la Nuctech e il governo di Pechino. L’azienda è stata diretta fino a pochi anni fa da Hu Haifeng, figlio dell’ex presidente cinese Hu Jintao, e attualmente viceministro degli Affari civili. Hu ha guidato la società, che è di proprietà della Tsinghua Tongfang, a sua volta controllata dalla Compagnia nazionale nucleare cinese.

Recentemente, la Nuctech è stata oggetto di indagini da parte della Commissione Europea per il sospetto di ricevere sussidi statali che le permettono di competere in maniera sleale con le aziende europee. Questo caso si inserisce in un contesto più ampio di tensioni tra l’Unione Europea e la Cina, come dimostrato dalla recente indagine sulle auto elettriche cinesi, che ha portato all’introduzione di dazi, una misura sostenuta anche dall’Italia.

13 pensiero su “Azienda cinese si aggiudica contratti per la sicurezza dei porti e aeroporti italiani: Dubbi sulla sicurezza nazionale”
  1. C’han messo appena vent’anni a diventare leader globali, ma chissà cosa c’è davvero dietro… robe da matti.

  2. Ma stiamo veramente dando in mano la nostra sicurezza nazionale a una società straniera? Mi pare un po rischioso.

  3. A me non preocupa unn granché, alla fin fine conta risparmiaré, l’importantte è che facciano benne iil loroo lavoro!

  4. Mamma mia, ma perché dobbiamo affidarci sempre a aziende straniere per cose così delicate, non possiamo farlo noi?

  5. Ma la sicurezza dei nostri porti e aeroporti nelle mani di una società cinese? Non suona tanto rassicurante…

  6. Ma alla fine, se offrono un prezzo migliore e consegnano in fretta, perché non dovremmo approfittarne? I soldi risparmiati possiamo usarli per altre emergenze.

  7. Voi altri non capite che sti sconti fanno gola e da lì che ci fregano! È tutto un magna magna… e poi chi ci rimette è sempre o popolo.

  8. Ogni volta che leggo di queste aziende cinesi mi viene il dubbio… siamo certi che non ci siano rischi per la nostra sicurezza nazionale? Le autorità devono vigilare!

  9. Ma sono pazzi? Come possiamo fidarci di una compagnia controllata da Pechino per la nostra sicurezza? Troppi interessi in gioco, è ora che l’Europa si svegli!

  10. L’importante è il risparmio, no? Se hanno vinto l’appalto vuol dire che han fatto l’offerta più conveniente. Poi se è pericolosa, chi lo sa, boh.

  11. Mi chiedo perché accettiamo queste aziende quando gli Stati Uniti le cacciano per motivi di sicurezza. Spero che il governo italiano sappia cosa sta facendo.

  12. Ma veramente che questa Nuctech ci ha messo le mani dappertutto? Io non mi fido pe niente, sti cinesi sempre un passo avanti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *