Una drammatica vicenda si è consumata nelle acque del Mediterraneo, dove una bambina di soli 10 anni, originaria della Sierra Leone, è stata soccorsa dagli operatori della Ong Trotamar III, al largo di Lampedusa. Il salvataggio, avvenuto nella giornata dell’Immacolata, ha rivelato la tragica odissea della piccola, unica superstite di un naufragio che ha visto la morte di 45 persone.
La piccola aveva raccontato ai soccorritori che erano partiti da Sfax, in Tunisia, ma l’imbarcazione si è rovesciata tre giorni prima a causa di una tempesta. Grazie al giubbotto salvagente e una camera d’aria, la bambina è riuscita a mantenersi a galla, nonostante le onde raggiungessero i 3,4 metri e il vento soffiasse a 23 nodi. A trovarla è stato il veliero della ong «Compass collective», che operava nella zona per un altro intervento.
Sbarcata sul molo commerciale di Lampedusa, la sopravvissuta ha ricevuto le prime opere di assistenza dai medici locali, nonostante si trovi in uno stato di trauma post-naufragio. La piccola ha raccontato che a bordo, con lei, c’era anche il fratellino, poco più grande, mentre il padre sarebbe rimasto in Tunisia, in attesa di partire.
Nel frattempo, nella notte, sull’isola sono arrivati altri 356 migranti, soccorsi dalle motovedette della Capitaneria di porto, della Guardia di Finanza e di Frontex. Cinque i natanti intercettati, con a bordo persone di diverse nazionalità, quali egiziani, eritrei, pakistani, siriani, e sudanesi, provenienti, secondo quanto riferito durante gli interrogatori, da porti in Libia.
L’emergenza prosegue, mentre le autorità italiane, proseguono le ricerche nella zona in cui è avvenuto il salvataggio. Al momento, tuttavia, non sono stati rinvenuti né corpi né resti dell’imbarcazione.