in futuro potrebbero emergere metodi alternativi per aggirare i divieti. Analogamente a quanto avvenuto per la vendita di tabacco, alcolici e marijuana, vietati ai minori, sono stati trovati canali di distribuzione alternativi. Inoltre, il rispetto della normativa richiederebbe un’attenta applicazione e un controllo scrupoloso, oltre all’obbligo per i dipendenti dei negozi di verificare i documenti di identità.
Recentemente, negli Stati Uniti, è stata avanzata un’importante proposta di legge che potrebbe influire notevolmente sul mercato dei prodotti cosmetici per i giovani. Il deputato democratico Alex Lee, di San José, ha presentato un progetto di legge che prevede il divieto di vendita di prodotti per la cura della pelle con effetti anti-età ai minori di 18 anni. Questi prodotti, formulati con ingredienti come la vitamina A (retinolo e retinoidi), la vitamina C e gli alfa-idrossiacidi [AHA], sono comunemente usati nel trattamento di rughe e altri segni di invecchiamento, ma possono risultare inadatti a giovani pelli.
Secondo il Los Angeles Times, il fenomeno dei “Sephora kids”, giovani appassionati di cosmetici che spendono le loro paghette in prodotti per adulti, sta suscitando preoccupazione. Questi pre-adolescenti, membri della Generazione Alpha, sono stati influenzati da tutorial su YouTube e trend di TikTok, trasformandosi in fedeli clienti di famosi brand come Drunk Elephant e Glow Recipe. Tuttavia, molti dermatologi sono preoccupati per l’uso crescente di tali prodotti tra i giovanissimi, avvertendo che potrebbero portare a problemi cutanei irreversibili.
The British Association of Dermatologists sostiene che l’impiego di ingredienti come retinoli, glicolico e acido ascorbico, sebbene aumentino la produzione di collagene e favoriscano il ricambio cellulare, può causare irritazioni e danni a lungo termine, come sottolineato dall’UCLA Health. Anche il Connecticut Children’s Medical Center ha osservato che prodotti destinati agli adulti possono provocare eruzioni cutanee e altri disturbi nei giovani.
In questo contesto, emerge un problema di autoprescrizione: i giovani tendono a fare affidamento sui social media anziché su consulenti esperti per selezionare i prodotti adatti alle loro esigenze. TikTok, ad esempio, ha sostituito l’opinione del dermatologo. Sebbene l’approvazione della legge non eliminerebbe del tutto il problema, potrebbe fungere da deterrente. Tuttavia, la possibilità di acquistare online o tramite altri mezzi rimarrebbe aperta. È evidente, inoltre, che la responsabilità dovrebbe ricadere anche sui genitori, chiamati a monitorare cosa i propri figli applicano sul viso.
Al tempo stesso, non bisogna dimenticare che alcuni ingredienti, spesso considerati inadatti, possono risultare utili in certe terapie, come nel trattamento dell’acne. In conclusione, la proposta di legge di Lee si configura come un primo passo verso una maggiore regolamentazione, pur non essendo una soluzione definitiva al problema.