Nel 2024, l’età media della flotta aeronautica mondiale si avvicina a 15 anni, rappresentando il dato più elevato degli ultimi due decenni. Questo è il risultato di ritardi nelle consegne dei nuovi aerei e del fermo di centinaia di aerei in attesa di ispezioni ai motori che si prolungheranno nel prossimo biennio. Secondo la piattaforma specializzata Cirium, la crescente età media degli aeromobili incide negativamente sugli sforzi per ridurre le emissioni di anidride carbonica, come evidenziato dall’associazione internazionale delle aviolinee, Iata.

Nel dicembre 2024, la flotta mondiale conta 35.166 aerei, inclusi quelli russi. Di questi, circa 5.000 (ossia il 14%) risultano parcheggiati, 1.600 in più rispetto al periodo pre-pandemia. Ciò è dovuto anche al fatto che 700 aeromobili, nonostante siano di ultima generazione, sono fermi per ispezioni ai motori Gtf prodotti da Pratt & Whitney e montati su modelli come gli Airbus A320neo e A321neo. Anche i jet a doppio corridoio, utilizzati per voli intercontinentali, stanno affrontando problemi. La Iata prevede che tale situazione persisterà nel 2025.

Le criticità alla catena di approvvigionamento e le problematiche interne di Boeing hanno contribuito a una significativa diminuzione nelle consegne di nuovi aerei, con stime per il 2024 che raggiungono solo 1.254 esemplari, rispetto ai 1.813 del 2018 e il 30% in meno rispetto alle previsioni di inizio anno. Nel 2025 si prevede un incremento a 1.802 unità, ancora lontano dalle aspettative originali di 2.293 esemplari.

Con un numero ridotto di aerei nuovi, le compagnie sono costrette a mantenere in servizio per periodi prolungati gli aerei più vecchi, pianificati per essere sostituiti con modelli più moderni. Inoltre, si ricorre temporaneamente al mercato del noleggio di velivoli, non sempre al passo con le ultime tecnologie. Questo scenario comporta un incremento dei costi, con prezzi di noleggio di jet a corridoio singolo che superano del 20-30% i livelli del 2019. Il costo di noleggio per un A320 classico è cresciuto del 33% rispetto all’anno precedente, mentre un A320neo costa il 16% in più.

Carsten Spohr, amministratore delegato di Lufthansa, ha evidenziato che i ritardi nelle consegne di Boeing e Airbus e i problemi ai motori P&W comportano per il gruppo tedesco una perdita di circa mezzo miliardo di euro annui sull’Ebit. Spohr ha citato l’attesa per il primo Boeing 777X, previsto ora per il 2026, cinque anni dopo il piano originario. Gli Airbus A320neo arrivano con sei mesi di ritardo, mentre i 737 Max devono ancora essere consegnati, rappresentando un significativo impatto economico.

La Iata segnala che l’efficienza complessiva del settore si è stabilizzata, interrompendo un trend di miglioramento annuo dell’1,5-2% dal 1990. L’utilizzo di carburante per volo è rimasto invariato tra il 2023 e il 2024 a 0,23 litri/100 tonnellate-km disponibili. Willie Walsh, direttore generale di Iata, sottolinea che i problemi della catena di fornitura stanno frenando le compagnie aeree in termini di ricavi, costi e prestazioni ambientali, ostacolando la possibilità di migliorare i bilanci dopo la pandemia.

In sintesi, le sfide logistiche e tecniche che affronta il settore dell’aviazione globale stanno influenzando l’efficienza operativa, incrementando i costi e ritardando il rinnovamento delle flotte aeree, con implicazioni significative per l’economia e l’ambiente.

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