La televisione è spesso accusata di trascurare l’aspetto culturale, alimentando piuttosto la sottocultura. Tuttavia, ci sono serate in cui comprendere il contenuto di un programma può richiedere l’ausilio di un dizionario, e talvolta, neanche quello è sufficiente. Un esempio è “Splendida cornice,” un programma sia divertente che colto condotto da Geppi Cucciari e Luca Bottura su Rai3. Durante queste trasmissioni, quattro esperti sono chiamati a rispondere alle complesse domande poste dal pubblico, composto da persone munite di appositi cartellini, che se la cavano in maniera eccellente.
Recentemente, è stata ospitata la dottoressa Ameya Gabriella Canovi, una psicoqualcosa di origine brasiliana. Non è insolito provare una certa diffidenza verso i mestieri che iniziano con il prefisso “psico”, ma è un limite personale. Durante la serata, la conduttrice Geppi è apparsa infastidita dal fatto che molte domande del pubblico riguardavano esclusivamente questioni psicodrammatiche. A un certo punto, una signora ha chiesto dei consigli psicofisiologici, e la dottoressa Ameya Gabriella ha proposto di praticare esercizi di defusione.
Il termine “defusione” è risultato immediatamente oscuro, tanto da spingere a consultare il significato sul cellulare, senza esito positivo. La ricerca offriva solo un accenno a un testo che menzionava: «Il dualismo delle pulsioni in perenne conflitto e la contrapposizione e la fusione/defusione di Eros (libido) e Thanatos (aggressività)…». Di conseguenza, si è sviluppato un sospetto: che la dottoressa stesse suggerendo di adottare un atteggiamento aggressivo. Solo dopo aver consultato un manuale di psicologia nella libreria si è ottenuta chiarezza sulla definizione: «Possiamo definire la defusione come quel cambiamento di prospettiva sui propri contenuti mentali, tale che il processo di pensiero diventa un oggetto di osservazione. L’obiettivo è di divenire degli “osservatori” dei propri contenuti mentali».
Nel corso della stessa trasmissione, Geppi Cucciari ha ospitato Jocelyn Hattab, famoso per “Un peu d’amour, d’amitié et… beaucoup de musique”. Tuttavia, l’intervista non sembra essere stata particolarmente stimolante, visto che in fase di montaggio è stata quasi interamente sostituita da un’intervista alla scrittrice Valérie Perrin. Un esempio, questo, di defusione applicata anche al montaggio televisivo.