Dario Buffa, un giovane di 31 anni, ha recentemente ricevuto un decreto di condanna a quattro mesi di reclusione e una multa di 1.800 euro. L’accusa? Imbrattamento di spazio pubblico. Il suo “reato” consiste nell’aver cancellato svastiche disegnate da ignoti su un muro dell’ex parcheggio coperto di Massa. Tale gesto, compiuto il 20 dicembre dell’anno precedente, ha suscitato una vera e propria controversia, scatenando l’indignazione di vari gruppi antifascisti, tra cui il Collettivo Casa Rossa Occupata di Montignoso. I membri del collettivo sostengono fermamente che eliminare simboli nazisti non debba essere considerato un crimine, ma piuttosto un’azione etica, sociale e politicamente corretta.
Nel discorso pubblico si è sollevato il tema della repressione di chi difende l’antifascismo, mettendo in evidenza la contraddizione insita nell’equiparazione tra chi propaga simboli di odio e chi si oppone cancellandoli. Questo caso ha attirato l’attenzione anche dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (Anpi), che ha supportato le manifestazioni di protesta. Manifestazioni che nei mesi scorsi hanno avuto luogo con l’intento di sostenere Buffa e riaffermare i valori antifascisti.
Il caso ha raggiunto nuovamente l’attenzione pubblica con la notifica del decreto penale al giovane attivista. In risposta, il Collettivo Casa Rossa ha avviato una campagna di crowdfunding, al fine di raccogliere fondi per le spese legali di Buffa, evidenziando come sia inaccettabile punire chi si oppone ai simboli del nazifascismo.
In vista del 28 dicembre, il collettivo ha organizzato un nuovo corteo di protesta che attraverserà le strade di Massa, continuando a manifestare il loro sdegno contro la condanna inflitta. Questa mobilitazione dimostra il crescente consenso verso la causa di Buffa e la sempre più forte resistenza contro l’ideologia neonazista presente nella società odierna.