L’innalzamento dei dazi minacciato dall’amministrazione Trump ha indotto una frenetica impennata delle esportazioni verso gli Stati Uniti, in particolare per i prodotti del “Made in Italy”. Il fenomeno, noto come “front loading”, si riferisce all’anticipo delle importazioni, e risulta particolarmente evidente nell’industria vinicola. Marco Caprai, produttore umbro, sottolinea come le vendite abbiano raggiunto apici record, con 2 miliardi di euro di vino esportato solo negli ultimi due mesi del 2024. La preoccupazione è legata all’incertezza sul futuro, poiché dazi al 200% rischierebbero di compromettere interi decenni di investimenti.
Questo fervore di esportazione non è limitato al vino ma si estende anche ad altri settori iconici italiani. Il Parmigiano Reggiano, per esempio, ha registrato un notevole aumento dei prezzi alla produzione, che ha portato gli importatori statunitensi a una vera e propria corsa all’acquisto. Secondo Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, la situazione potrebbe complicarsi ulteriormente se il consumatore americano dovesse trovarsi di fronte a un ulteriore incremento del prezzo causato dai dazi.
Anche il segmento del Prosecco ha visto aumentare le vendite, con una crescita dell’8% a gennaio 2025 rispetto all’anno precedente. Come commenta Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi, l’introduzione dei dazi sarebbe dannosa, soprattutto se fossero impostati a livelli elevati, colpendo duramente l’economia della denominazione di origine.
L’impatto potenziale di queste politiche si estende inoltre ad altri settori, come quello della moda e della pelletteria, mettendo in pericolo esportazioni per un valore di 3 miliardi di euro annuali. Tuttavia, non tutti i settori sono colpiti allo stesso modo: l’industria delle macchine utensili, ad esempio, potrebbe persino trarre vantaggio da una competizione tariffaria più favorevole rispetto alla Cina.
Nel complesso, la situazione delle esportazioni italiane verso gli Stati Uniti è divenuta una questione di notevole incertezza, con le aziende in allerta per i possibili sviluppi futuri delle politiche commerciali statunitensi. La prudenza e la cautela rimangono necessarie mentre ci si prepara ad affrontare possibili cambiamenti nel mercato.