Oggi inizia ufficialmente la nuova fase della guerra commerciale degli Stati Uniti, con l’implementazione dei dazi annunciati dal presidente Donald Trump. A partire dal primo febbraio 2025, le merci provenienti da Canada, Messico e Cina saranno soggette rispettivamente a un aumento del 25% e del 10% dei dazi doganali. Quest’iniziativa fa parte di una strategia più ampia con l’obiettivo di ottenere concessioni dai Paesi coinvolti, specialmente su questioni riguardanti i confini.
L’impatto immediato della politica protezionista potrebbe essere avvertito dai consumatori attraverso un incremento dei prezzi di vari prodotti, tra cui automobili, elettrodomestici, e generi alimentari. Questo accade perché i dazi rappresentano una tassa aggiuntiva sulle importazioni, che le aziende potrebbero decidere di trasferire sui clienti finali. Oltre all’aumento dei costi, si prospetta anche una possibile riduzione della disponibilità di alcuni beni, poiché le aziende potrebbero scegliere fornitori alternativi o limitare le proprie offerte.
Esiste anche la possibilità che si verifichino perdite di posti di lavoro negli Stati Uniti, poiché le imprese locali potrebbero essere costrette a ridurre la produzione o a licenziare dipendenti a causa della maggiore competitività. Questa situazione potrebbe rallentare la crescita economica e influenzare negativamente i salari in determinati settori.
Nel contesto dell’accordo commerciale USMCA del 2019, che aveva visto la revoca dei precedenti dazi nell’ambito del Nafta, le nuove tariffe proposte rischiano di violare gli impegni presi. Il Canada, attraverso il primo ministro Justin Trudeau, si è detto pronto a rispondere con misure equivalenti, mentre in Messico la presidente Claudia Sheinbaum ha criticato il provvedimento, affermando che non aiuterà a risolvere i problemi migratori.
Anche la Cina ha criticato l’azione americana, definendola ingiustificata e potenzialmente dannosa per il commercio globale. Pechino ha minacciato di attuare contromisure in settori strategici per l’economia americana, come l’agricoltura e la tecnologia.
L’amministratore delegato di Cantor Fitzgerald, Howard Lutnick, nominato dal presidente alla guida del dipartimento del Commercio, ha indicato che i dazi potranno essere ulteriormente intensificati nel prossimo futuro. La possibilità che il primo aprile segni l’inizio di una seconda ondata di dazi non è esclusa, il che potrebbe esacerbare ulteriormente le tensioni internazionali.
Questa situazione complessa potrebbe anche influenzare il rapporto degli Stati Uniti con altri partner commerciali, come l’Unione Europea. Da tempo si vocifera, infatti, la possibilità che anche i Paesi membri possano presto essere soggetti a nuovi dazi, aggravando ancora di più il clima di incertezza economica e commerciale su scala globale.