Alessia Piperno comprende bene cosa significhi trovarsi rinchiusa nel carcere di Evin, dove si trova attualmente la giornalista Cecilia Sala. La travel blogger ha vissuto una situazione analoga il 18 settembre 2022, quando è stata arrestata dalle guardie della Repubblica islamica per le strade di Teheran, nell’infuocato clima che seguì l’omicidio di Mahsa Amini. Piperno è rimasta detenuta in quel luogo per 45 giorni, un’esperienza che la collega, per certi versi, a Sala, sebbene lei non sia una giornalista professionista. Rimane stupita del fatto che alla giornalista sia stato concesso il visto per l’Iran, paese notoriamente diffidente nei confronti dei reporter occidentali.
Attualmente, Sala è detenuta in isolamento. Piperno ricorda che anche lei, in un secondo momento, è stata collocata in isolamento poiché insisteva nel chiedere di contattare casa. Le guardie giustificavano la misura, sostenendo che disturbava le altre detenute.
L’arresto di Piperno avvenne sotto pretesti rassicuranti, le promisero che non avrebbero proceduto con la detenzione, ma che volevano solo porle delle domande per motivi di sicurezza. Tuttavia, il giorno successivo iniziò un interrogatorio durato tre ore, preludio di molte altre sessioni estenuanti in cui le veniva chiesto di firmare documenti con contenuti falsi.
Essere una prigioniera europea a Evin comporta almeno la sicurezza di non subire maltrattamenti fisici, sebbene le torture psicologiche non manchino. Le raccontarono della morte della madre e le prospettarono un prolungamento della sua permanenza. A differenza di Sala, le fu permesso di contattare la sua famiglia solo dopo due settimane. Divenne rilevante, inoltre, la visita dell’ambasciatore dell’epoca, Giuseppe Perrone, che avvenne bendata e senza contatto visivo. Piperno ricorda che le fu vietato di fare domande durante l’incontro.
Le giornate trascorrevano guardando il soffitto, senza accesso a libri o altri svaghi, nel reparto 209 destinato ai prigionieri politici, dove si trova anche la famosa attivista Narges Mohammadi. Alcuni luoghi del complesso carcerario, come il reparto 2 A, sembrano essere meno restrittivi.
Le accuse nei confronti di Piperno oscillavano tra lo spionaggio e la partecipazione alle proteste per Amini. Tuttavia, lei si definisce semplicemente una viaggiatrice, vittima di un contesto storico difficile. A settembre 2022, Evin era sovraffollato di manifestanti appena arrestati, rendendolo un luogo davvero terribile.
L’incertezza riguardo al proprio destino fu una costante. Il periodo più difficile arrivò non subito dopo l’arresto ma nelle settimane seguenti, quando si rese conto che la sua liberazione non sarebbe avvenuta rapidamente, sebbene avesse inizialmente sperato in un errore presto riconosciuto. Conobbe Cecilia Sala durante una presentazione pubblica e conserva un ricordo positivo della giornalista. Sente un profondo legame di empatia con lei, desiderando il meglio per la sua famiglia e sperando in una rapida liberazione.
Infine, sottolinea che a Evin si trovano ancora detenuti i cittadini francesi Cecile, Jacques e Oliver, arrestati nel 2022.