Nel 2025 la normativa sulle detrazioni fiscali subirà una significativa revisione, con l’introduzione di restrizioni che riguarderanno principalmente coloro che dichiarano redditi superiori a 75.000 euro. Tuttavia, i contribuenti con redditi inferiori a questa soglia e, in parte, le famiglie numerose saranno in buona parte esenti da tali cambiamenti. L’Ufficio parlamentare di bilancio ha previsto che il nuovo assetto normativo porterà un incremento di entrate fiscali a partire dal 2026, stimato in circa 230 milioni di euro. Questo incremento continuerà a crescere progressivamente, raggiungendo i 380 milioni nel 2029 e i 900 milioni a regime.
La legge di bilancio introduce un “quoziente familiare” per calcolare le detrazioni fiscali, imponendo un importo massimo delle spese deducibili che varia in base al reddito. Per redditi superiori a 75.000 euro, l’importo massimo sarà di 14.000 euro, mentre per quelli oltre i 100.000 euro sarà ridotto a 8.000 euro. Questo importo deve essere poi moltiplicato per un coefficiente specifico legato al numero dei componenti del nucleo familiare. I coefficienti variano dallo 0,50 per chi non ha figli, fino a 1 per chi ha più di due figli o un figlio con disabilità.
A livello pratico, il nuovo sistema può sembrare complicato, ma i calcoli effettivi non sono così ostici. Ad esempio, un contribuente con un reddito di 80.000 euro che attualmente detrarrà 20.000 euro di spese avrà, da 2025, un rimborso limitato a 14.000 euro al massimo, nei casi più favorevoli. Per singoli senza figli, la detrazione si riduce a 7.000 euro, e così prosegue, aumentando per i nuclei familiari crescenti fino al massimo di 14.000 euro con più di due figli o un figlio con disabilità.
Inoltre, alla stretta non sono soggette le spese sanitarie, che continueranno a essere rimborsate con una detrazione del 19%, senza subire modifiche dalla nuova normativa. Anche la riduzione progressiva delle detrazioni per redditi compresi tra 120.000 e 240.000 euro, in vigore dal 2020, rimarrà intatta. Le norme citate sono parte della bozza di riforma esaminata dal governo e che ora è sotto revisione parlamentare. Tuttavia, modifiche da parte del Parlamento sembrano poco probabili.
Quanti saranno colpiti dalla nuova disposizione? Stime dell’Ufficio parlamentare di bilancio indicano che circa 1,1 milioni di contribuenti, pari al 6% del totale e con una spesa media di 5.910 euro ciascuno, saranno coinvolti. Di questi, 312.000 hanno redditi superiori a 75.000 euro e 231.000 superano i 100.000 euro. I settori maggiormente colpiti saranno quelli riguardanti le spese per ristrutturazioni edilizie.
Secondo l’Upb, la riforma rappresenta un passo avanti verso il contenimento delle spese fiscali, le cosiddette tax expenditures, anche se l’approccio resta limitato e, in parte, si sovrappone a misure precedenti. Si suggerisce, quindi, la necessità di una razionalizzazione più organica delle spese fiscali per evitare un’ulteriore complessità del sistema fiscale e degli obblighi dichiarativi, dato che il gettito recuperato nei primi anni sarà limitato rispetto all’entità complessiva del fenomeno. Nonostante ciò, il sistema fiscale diventerà ancora più complesso rispetto a oggi.