Nel corso dell’anno precedente, Ermal Meta si è distinto per aver contribuito a salvare l’edizione del tradizionale concerto del 1° Maggio. Sotto una pioggia intensa, di fronte a un mare di ombrelli, ha scelto di impugnare la sua chitarra acustica e intonare Hallelujah. Pare che qualcuno lassù lo abbia ascoltato, poiché la pioggia, effettivamente, ha smesso presto di cadere. Quest’anno, il cantautore è atteso nuovamente in Piazza del Popolo, sperando in condizioni meteorologiche più miti, poiché nelle annualità precedenti, il Circo Massimo, sebbene iconico, era teatro del noto effetto Venturi dovuto alla sua forma allungata.
Passando da un teatro all’altro, Meta sta viaggiando per l’Italia con un tour caratterizzato da un’atmosfera intima, combinando musica e riflessioni personali, aneddoti e qualche battuta. All’interno di un contesto storico segnato da incertezze e dubbi, lancia il suo nuovo singolo ‘Ferma gli orologi’, descrivendolo come una “canzone leggera, una farfalla controvento”. Questo brano allegro d’amore anticipa la sua esibizione al concertone del 1° Maggio, che si preannuncia molto attesa e con una maggiore dose di emozione.
Quando si riflette sugli errori commessi in passato, Meta ammette che un errore che non vuole ripetere è quello di lasciarsi distrarre. Nella concitazione del momento, accadono molte cose in rapida successione e, per sua natura, tende ad ascoltare, a valutare problemi, e a prenderli a cuore, ma è consapevole che dovrebbe concentrarsi sul proprio compito e portarlo a termine con dedizione.
Il tema di quest’anno, “Il futuro suona oggi”, sottolinea la musica come strumento di cambiamento e trasformazione sociale. Secondo Ermal Meta, sebbene la musica da sola non possa mutare la società, possiede un potere incredibile che penetra in profondità, narrando la nostra società e stimolando riflessioni su come stia cambiando o su come desideriamo che cambi.
L’artista ha chiarito ancora una volta la sua posizione, ribadendo un concetto espresso l’anno scorso: “L’Italia è uno stato antifascista, e il concertone non fa eccezione”, sottolineando l’antifascismo come un valore unico, né di destra né di sinistra. Avendo vissuto in Albania, un Paese comunista, descrive la sua esperienza negativa con estremismi e quanto questi generino gravi difficoltà per la gente.
In termini di preoccupazioni politiche, Ermal Meta esprime apprensione verso alcune tendenze globali come il populismo rappresentato da figure come Trump e Musk. È colpito dal fatto che l’America, storicamente vista come la culla dei diritti per tutti, possa trovarsi in una situazione tale. C’è una crescente angoscia sociale dovuta alla disparità economica e all’influsso negativo dei social media che amplificano la diffusione di notizie false, creando smarrimento e confusione.
Sul fronte personale, ricorda le difficoltà affrontate da bambino, fuggendo da una situazione familiare violenta verso Bari, dove ha trovato figure maschili positive a sostenerlo. Riguardo ai cambiamenti nel modello maschile in Italia, osserva che, sebbene ci sia stato un progresso in termini di sensibilità, rimane ancora molto da fare, soprattutto nelle dinamiche relazionali tra uomini e donne.