Soltanto una manciata di nazioni a livello globale vanta un’aria che può essere considerata sicura da respirare. Tra queste nazioni, l’Estonia si distingue come l’unico paese membro dell’Unione Europea che soddisfa gli standard definiti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità riguardo alla qualità dell’aria. Secondo un rapporto elaborato dalla compagnia svizzera IQAir, che si occupa di tecnologie per il monitoraggio dell’aria, l’Estonia è riuscita a mantenere livelli sani di inquinamento grazie a un forte impegno nel ridurre le emissioni industriali. In particolare, il paese si è concentrato sul passaggio a fonti di energia più pulite e rinnovabili.
Tallinn, la capitale estone, figura tra le dieci capitali meno inquinate del pianeta. Il CEO di IQAir, Frank Hammes, ha lodato l’Estonia per l’attuazione di rigide normative sulla qualità dell’aria e la creazione di una rete estesa per il suo monitoraggio. Oltre alla ridotta emissione di inquinanti, l’Estonia beneficia di una bassa densità di popolazione e di vaste aree forestali.
Le capitali europee come Bucarest, Varsavia e Praga mostrano livelli di inquinamento notevolmente più alti, sebbene non siano paragonabili a quelli di città come Baghdad, Hanoi e New Delhi, che è attualmente la città con l’aria più inquinata al mondo. Questo rapporto si inserisce in un contesto di contestazioni crescenti verso le normative ambientali dell’UE, che ha visto anche la Commissione Europea muoversi per “semplificare” queste normative in un tentativo di rilanciare l’industria locale in difficoltà.
In seno all’UE, alcune voci, come il gruppo industriale BusinessEurope, hanno addirittura suggerito la revisione della Direttiva sulle Emissioni Industriali, che rappresenta il cardine della regolamentazione europea sulle emissioni inquinanti. La Francia, dal canto suo, ha chiesto una riduzione delle rigide regole di segnalazione previste dalla stessa direttiva. Sebbene per ora queste normative siano ancora in vigore, anche il divieto dell’UE sui motori a combustione interna è oggetto di critiche e pressioni.
Hammes ha sottolineato che le popolazioni più vulnerabili sono quelle che soffrono maggiormente degli effetti negativi dell’inquinamento atmosferico, spesso senza le risorse per contrastarlo efficacemente. Nonostante la Romania presenti attualmente la qualità dell’aria più bassa dell’UE, ci sono segnali di miglioramento. Sebbene lentamente, la nazione sta riducendo le sue emissioni industriali e i livelli di PM2.5 sono i più bassi mai registrati nei recenti rapporti. Anche l’Ungheria mostra un lieve peggioramento, ma ha fatto progressi rispetto agli anni precedenti.
In generale, nell’UE si osservano miglioramenti continui in termini di qualità dell’aria, grazie in parte a regolamentazioni più rigide e al crescente utilizzo di energie rinnovabili. Esempi positivi includono la Grecia, che nel 2024 ha visto un notevole miglioramento della qualità dell’aria, attribuibile alla riduzione degli incendi boschivi e a un maggiore focus sulle rinnovabili.
Secondo l’OMS, solo 12 paesi del mondo presentano livelli di PM2.5 al di sotto di 5 microgrammi per metro cubo. Oltre all’Estonia, tra questi si trovano Islanda, Australia e Nuova Zelanda, oltre a diverse isole nei Caraibi e nel Pacifico del Sud, con le Bahamas che vantano l’aria più pulita. Tuttavia, l’Asia centrale e meridionale rimane gravemente afflitta dall’inquinamento atmosferico, con New Delhi che eccede di oltre 10 volte i livelli massimi raccomandati dall’OMS.
Sebbene gli Stati Uniti abbiano rivisto molte delle loro politiche ambientali sotto l’amministrazione di Donald Trump, alcune aree del paese mantengono una qualità dell’aria migliore rispetto alla maggior parte dei paesi dell’UE, sebbene ancora superiori alle indicazioni dell’OMS.