Cosa succede quando una ragazza cresciuta in un piccolo paese con ritmi lenti e una mentalità chiusa si ritrova, ciocca dopo ciocca, catapultata nei salotti della Roma bene e nelle case di donne dello spettacolo e dell’alta società? Dorina, estetista a domicilio specializzata in extension, ci racconta il suo viaggio straordinario fatto di confidenze sussurrate, trasformazioni interiori e momenti inaspettati che sfiorano la terapia. Un’intervista che attraversa estetica, empatia e magia.

Dorina, com’è stato per te il passaggio da un piccolo paese all’ingresso nei salotti della Roma bene e nel mondo dell’alta società italiana?

Buongiorno Federico, se potessi definirlo con una parola direi: IMPATTANTE!!!
Sono nata e cresciuta in un paese di circa 4.000 anime… i ritmi erano lenti, la mentalità chiusa e bigotta. Ho avuto un’educazione piuttosto rigida: mia madre era molto autoritaria e pretendeva di scegliere tutto per me… ed io, poco confacente alle restrizioni.

Arrivai a Roma, in un salone in via della Vite, lussuosissimo e ben frequentato — da attori e nobildonne — dove i ritmi erano accelerati, la mentalità variegata e completamente sdoganata!

In che modo il tuo lavoro ti ha portata a entrare in contatto con ambienti esclusivi come quello della ‘Roma bene’ e del mondo dello spettacolo?

Pura coincidenza o un disegno più grande?! È una domanda che mi pongo spesso… Dopo la formazione presso PROFESSIONE FUTURA, andai con le mie colleghe alla fiera di Bologna. Uno stand nero con la scritta brillantinata oro, Great Lengths, rapì la mia attenzione… Contattai l’azienda e, in tante, partecipammo a una preparazione professionale tecnica e psicologica con il capo visagista L’Oréal nel mondo, Roberto Bombardieri, all’interno di un salone elegantissimo, fino ad arrivare a una selezione per la gestione del centro stesso.

Qual è stata la tua prima impressione nel lavorare con persone dello spettacolo?

La prima impressione??? Tra emozione e sgomento… la loro emancipazione era sbalorditiva. Respiravo libertà, determinazione, tenacia… oltre che una bellezza imbarazzante, come nel caso di Gabriel Garko. Ricordo: stava girando per Il Bello delle Donne… si presentò alla porta con un berretto nero, visiera abbassata… quando alzò lo sguardo per entrare, io rimasi folgorata da tanta bellezza e prestanza.
Che dire… Dio c’è 🙏😜

Cosa significa per te, Dorina, entrare nel privato delle persone attraverso il tuo lavoro?

Entrare nel privato attraverso la mia professionalità significa entrare in connessione con l’altro individuo. Tra donne, questa connessione avviene solo se entrambe possiedono un’intelligenza emotiva e spirituale superiore alla media…

Hai vissuto esperienze particolarmente toccanti o trasformative durante le tue sessioni?

Ricordo un’esperienza particolarmente impressionante: ero a casa di un’armatrice a Saturnia, una casa in collina, molto isolata, immersa nel verde. Con noi c’era una sua amica osteopata e un suo amico veggente. Quest’ultimo, dopo avermi visto lavorare per ore, mi dice: “…Vedo una bambina al tuo fianco… la osservo da ore, è molto protettiva nei tuoi riguardi… potrebbe avere 10/12 anni…”. E poi mi chiede: “Hai perso una sorella? Una figlia???”

Io risposi che avevo avuto un aborto prima di mio figlio, ma che non sapevo il sesso… però avrebbe potuto avere mediamente quell’età. Mi aveva già inquietata!

A notte fonda fece una seduta spiritica. La mia amica voleva delle risposte, voleva sapere perché il padre si era suicidato dentro la macchina, in una pompa di benzina… Durante la seduta, con gli occhi rivolti al cielo e sofferente, il veggente pronunciò un nome doppio, molto particolare, e una serie di numeri che ci fecero pensare a un assegno…

La mia amica volle interrompere: si impressionò anche lei. Troppi dettagli toccanti che nessuno di noi presenti poteva sapere. Scoppiò in lacrime. Io, terrorizzata. Fu una notte indimenticabile! Solo nei film avevo visto certe scene… la realtà ti lascia basita.

La mattina, prima di andarmene, rivedo il veggente abbracciare una pianta e recitare un mantra.
La vita è meravigliosa 🥰

Come si sviluppa il legame tra te e le tue clienti nel corso del trattamento?

Io sono un’attenta osservatrice… Se una persona non vuole parlare, rispetto i suoi tempi. Se una persona non vuole intimità, la tratto con distacco e professionalità. Riesco ad essere camaleontica!

Il messaggio che voglio comunicare, e che più mi preme trasmettere quando instauro un qualsiasi contatto con le mie clienti, è quello di: “Sentiti libera di fare o dire ciò che vuoi. Di certo io non ti giudicherò.”

È un concetto apparentemente semplice, ma molto, molto difficile da attuare. La gente giudica e addita, perché una scelta diversa dai luoghi comuni spesso è considerata sbagliata.

Per me, diverso è semplicemente un altro modo di esprimersi.

In che senso la realizzazione dell’extension diventa una forma di terapia?

L’extension ha dei tempi di realizzazione piuttosto lunghi e ciclici. Quando, periodicamente, mi vedo con la cliente — che il più delle volte si è trasformata in un’amica — si passa molto tempo insieme, ci si confida su tutto.

Anche decidere di allungare i capelli, infoltirli o dare un movimento al colore con ciocche pensate per evidenziare alcuni tratti somatici… non è solo un lavoro estetico, ma è prendersi cura delle proprie insicurezze. È far emergere un bisogno, un’espressione del momento.

Noi tutte abbiamo bisogno di essere protagoniste della nostra vita, e non vogliamo semplicemente fare una comparsata…

Hai mai avuto la sensazione di essere una sorta di confidente o psicoanalista per le tue clienti?

È più che una sensazione, ne ho la certezza: io, per loro, sono più che una confidente, sono una sorta di psicoanalista!

Sono la persona con cui elaborano il loro vissuto, arriviamo insieme a delle consapevolezze e all’accettazione. La seduta porta giovamento e beneficio per entrambe, ovviamente.

Come reagiscono le donne quando si vedono più belle dopo il tuo lavoro?

Le reazioni devono necessariamente essere super positive… si guarda il pelo, ovviamente 😜, siamo donne!!!

Solo quando sono al top e si vedono magnifiche se ne vanno e ti ringraziano. Diversamente… diventano un segugio, o peggio ancora, un vero incubo !!! 🤣

Che tipo di insicurezze emergono più spesso e come le affronti, Dorina?

La paura di non piacere riguarda molto il genere femminile. Siamo un universo a parte…!!
A volte abbiamo paura di non avere l’outfit giusto per quell’ambiente, l’acconciatura perfetta per quella circostanza, il trucco poco confacente all’abito…

Fondamentalmente, tutto ruota intorno alla nostra disistima: abbiamo poco amore per noi stesse.
Oggi, a 52 anni, riesco a comprendere che per stare bene basta prendersi cura sì del nostro aspetto fisico, ma anche di quello emotivo… e che non dobbiamo più cercare una convalida esterna: basta la nostra!!!

Oggi ironizzo… accendo YouTube, metto un pezzo di Brignano dove si parla della bellezza della donna, e sorrido…

Pensi che il tuo lavoro contribuisca a far prendere coscienza alle donne del proprio valore?

Assolutamente sì, Federico, ne sono convinta!
Ricordo, a questo riguardo, l’affermazione della contessa Pecci Blunt:
“Con una bella testa, pure indossando una tuta da ginnastica, potrai essere sensuale.
E sfoggiare comunque tutta la tua personalità.”

Hai mai assistito a trasformazioni personali significative grazie a un semplice cambio di look?

Mi ricordo di una ragazza — avrà avuto allora l’età di mio figlio Davide, circa vent’anni — venne accompagnata dal padre e, quando si tolse il cappello, era affetta da alopecia areata.

Mi raccontò che, in seguito a uno shock per un tentativo di stupro, perse i capelli a chiazze. Erano passati tre anni, e la situazione non era cambiata, nemmeno con un supporto psicologico.

La rassicurai, anche se c’era molto poco da fare. Mi inventai una soluzione: misi delle piccole ciocche dove c’erano i capelli e, con delle mollette, le bloccai, come se fossero tanti piccoli riporti! Creammo un nuovo look. Lei se ne andò contentissima. La mattina sapeva che doveva lavorare per sistemare quelle mollette in un certo modo, per nascondere il tutto.

Tornò dopo sei mesi per ringraziarmi: le erano ricresciuti i capelli. Il dermatologo le disse che era stato il suo stato di salute psicologico ed emotivo, il vedersi più bella e più sicura verso il mondo… aveva di nuovo cominciato a splendere.

Quanto conta l’empatia nel tuo mestiere?

Credo che essere empatici sia fondamentale.
Se non hai la capacità di vedere il mondo con gli occhi dell’altro — sia razionalmente che emotivamente — non riusciresti a capire neanche i suoi reali bisogni e necessità…!

C’è una storia in particolare che ti ha colpita e che vorresti condividere con noi?

Un giorno mi chiamò mio fratello Marco, che si stava facendo truccare per un servizio fotografico e che stava, per l’appunto, con questo truccatore… e mi disse:
“Corri e vieni subito, perché alla cliente di questo mio amico truccatore è caduto in testa un pensile della cucina, e stasera ha una cena di gala 👀… dovrai rimediare in qualche modo all’acconciatura!”

Mi dissi: “Ma che vado a fare?!…”
Lei, nel frattempo, era andata al pronto soccorso, si era fatta mettere dei punti. Ovviamente, per applicarli, avevano dovuto rasarle una parte dei capelli…

Per cui, anche in quella circostanza, ricordo che applicai delle ciocche ricce. Con la lunghezza feci un mega riporto e ottenemmo una chioma super per il suo ricevimento.

La cliente è una mia super affezionata da circa 30 anni… la seguo ovunque, poiché si sposta molto per lavoro e per motivi privati.

Come immagini il futuro del tuo lavoro e il tuo ruolo nel mondo dell’estetica?

Leggevo tempo fa che, dall’America al Regno Unito, cresce l’offerta di corsi di psicologia per gli hairstylist.
Credo che sia arrivato il momento di metterci a disposizione gli strumenti adeguati per aiutare gli altri, ma anche per proteggere noi stessi!

Noi assorbiamo tutto come spugne, e le situazioni non sono sempre positive… abbiamo spesso un carico emotivo non facile da gestire.
E anche noi dobbiamo disinnescare.

Il Burraco è stato per me un’ottima valvola di sfogo!

Nel racconto di Dorina c’è molto più che bellezza: c’è ascolto, intimità, energia condivisa. Con le mani tra i capelli e il cuore aperto, è riuscita a diventare per molte donne una guida silenziosa, un sostegno, uno specchio. Perché, come ci ricorda lei stessa, non basta essere comparse nella propria vita: ogni donna merita di esserne la protagonista.

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