Che meraviglia la complessità della mente umana, capace di accogliere una miriade di entità, un piccolo universo di voci che cercano di farsi sentire. Queste voci prendono vita in un gioco di battute continuo e frenetico nel film FolleMente, ultima creazione di Paolo Genovese, già acclamato dal pubblico. Sebbene la trama ruoti attorno a un incontro tra un uomo e una donna, interpretati da Edoardo Leo e Pilar Fogliati, ciò che si sviluppa è un vero e proprio intrigo psicologico nella mente dei protagonisti, dimostrando che quell’incontro è tutto meno che semplice.

Il film pone l’accento sul dialogo interiore che ognuno di noi porta avanti, illustrandone l’influenza sulle nostre azioni e comportamenti. Le decisioni, specie nei rapporti interpersonali, sono spesso il frutto di un conflitto tra diverse voci interne, piuttosto che di una singola direttiva mentale. Questa tensione si manifesta nei personaggi principali, che pur volendo semplicemente conoscersi, si trovano intrappolati nei dettagli, ascoltando le loro personalità interne in continuo battibecco.

Tali dinamiche sono state esplorate con Ana Maria Sepe, psicoterapeuta relazionale, che descrive le voci interiori come schemi cognitivi, ognuno con le sue convinzioni e necessità. Molti di questi schemi si formano presto nella vita, influenzati dall’educazione e dalle esperienze vissute. Il film FolleMente evidenzia come queste voci possano collaborare o entrare in conflitto; il nostro pensiero non è mai lineare o coerente.

Nel film, le voci simboleggiano diversi aspetti del pensiero umano: la razionalità è personificata dal Professore, il romanticismo da Romeo, la sessualità da Eros, e la follia da Valium. Ciascuna voce rappresenta un bisogno profondo. Il Professore, ad esempio, cerca di mantenere il controllo per proteggersi, mentre Alfa aspira a un’immagine impeccabile, entrambe mosse da un desiderio di accettazione.

La complessità dei bisogni umani è ulteriormente esemplificata da Romeo e Trilli, che incarnano il desiderio di connessione e appartenenza. Nel film, la mentalità di Lara fonde romanticismo e sessualità in un’unica voce, mentre Piero distingue i due aspetti. Questo riflette anche le pressioni sociali differenti che uomini e donne affrontano riguardo alla sessualità.

Infine, personaggi come Scheggia rappresentano il desiderio di autonomia, mentre Valium simboleggia un intenso bisogno di sicurezza, disposto a fare qualsiasi cosa per ottenerla. Quando queste voci interiori sono in costante conflitto, si può arrivare a quella che viene definita “frammentazione traumatica”, una condizione dove diversi schemi cognitivi si scontrano, creando un caos interiore.

Un esempio di questo fenomeno si vede nelle relazioni “tira e molla”, dove i bisogni di vicinanza e protezione lottano per il dominio, portando la persona a un continuo alternarsi tra avvicinamento e allontanamento dal partner.

La strada per far dialogare queste voci interiori, secondo la psicoterapia, consiste nell’accettare e comprendere il messaggio di ciascuna. Accettare non significa far prevalere una voce sull’altra, ma offrirle ascolto e anch’essa la sicurezza di essere accolta. In questo modo, i frammenti si trasformano in schemi cognitivi più armoniosi.

L’integrazione di queste voci richiede tempo e attenzione. Solo attraverso un percorso continuo di ascolto e cura, le parti ferite possono trasformarsi in una coesistenza più serena, un viaggio che necessita di pazienza e costanza.

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