Hugh Grant, noto per la sua riluttanza a interagire con i media e a partecipare a eventi pubblici, si è recentemente espresso su un tema a lui caro, pur essendo solitamente restio a condividere dettagli della sua vita privata. In un’intervista con The Telegraph, l’attore ha espresso forti critiche nei confronti delle norme delle scuole private frequentate dai suoi cinque figli, definite da lui come assurde. Con la moglie, la produttrice svedese Anna Eberstein, Grant ha tre figli: John di 12 anni, Lulu di 9 e Blue di 6. Altri due bambini – Tabitha, 13 anni, e Felix, 11 – sono nati dalla precedente relazione con Tinglan Hong.
La frustrazione di Grant si concentra principalmente sull’uso dei dispositivi elettronici da parte dei giovani. “Sono solo uno dei tanti genitori irritati”, ha dichiarato, “che affrontano una battaglia continua e scoraggiante per staccare i bambini dagli schermi”. L’attore ha partecipato a un’iniziativa promossa dall’associazione Close Screens, Open Minds presso la Knightsbridge School di Londra, con l’intento di incoraggiare gli studenti a condurre uno stile di vita più attivo e salutare.
L’evento è stato organizzato da due psicologi americani, Jonathan Haidt e Sophie Winkleman. Haidt, autore del libro “La generazione ansiosa”, è un fervente sostenitore del divieto dell’uso degli smartphone per gli studenti al di sotto dei 14 anni e dei social media per quelli sotto i 16 anni. Queste sono tematiche sostenute anche da diversi esperti italiani nel campo educativo e psicologico.
Secondo Grant, le istituzioni scolastiche hanno regole “patetiche” riguardo alla gestione degli schermi, criticando aspramente le scuole private per la loro cautela eccessiva nei confronti di attività all’aperto. A suo avviso, la tecnologia moderna, per quanto aggiornata, non compensa la mancanza di un approccio pragmatico e coraggioso alle sfide tecnologiche che gli studenti affrontano.
Non sono mancate risposte sarcastiche di Grant alle critiche di essere antiquato. Riguardo al suo invecchiamento, si mostra sempre più consapevole ma altrettanto determinato nel garantire un pensiero critico nei suoi figli, malgrado l’episodio a Heathrow, dove all’immigrazione ha destato sconcerto il dubbio sulla sua paternità, nonostante la sua famiglia condivida lo stesso cognome sui passaporti.