Maurizio Galimberti, celebre per i suoi mosaici fotografici realizzati con Polaroid, si esprime con amarezza riguardo all’attuale decadenza della comunità e alla corsa sfrenata verso denaro e fama, proponendo invece un ritorno alla cultura e al rispetto. Originario di Como, città che l’ha visto nascere e crescere professionalmente, racconta con preoccupazione l’invasione dei turisti e la trasformazione paesaggistica subita dal lago e dai suoi dintorni.
Galimberti sottolinea come il paesaggio comasco stia perdendo la sua identità storica a causa della costruzione di edifici moderni che non rispettano il contesto tradizionale. Le parole del fotografo evidenziano una critica verso la mercificazione estrema del territorio, dove anche una notte in un hotel può raggiungere cifre esorbitanti. La mancanza di rispetto per gli spazi pubblici e il comportamento arrogante di alcuni individui amplificano la sua frustrazione circa il declino del senso comunitario.
In un’epoca in cui l’arte potrebbe fungere da collante sociale, Galimberti invita i suoi concittadini a riflettere sulle reali conseguenze di trasformare il lago in una sorta di parco divertimenti, sacrificando la sua bellezza autentica e la sua tranquillità intrinseca. Egli solleva una questione fondamentale: è davvero questo il futuro che si desidera per quel che un tempo era un luogo di rifugio e pace?
Tra ricordi e riflessioni, emerge l’immagine di un uomo che ha conosciuto il dolore e la difficoltà sin dall’infanzia trascorsa in un orfanotrofio, fino ad essere accolto da una famiglia adottiva straordinaria. Questa esperienza segna profondamente la sua visione del mondo, un mondo che vorrebbe più gentile e rispettoso.
Le esperienze di vita di Galimberti, ricche di incontri e momenti intensi, lo rendono un testimone prezioso di un’epoca che sta rapidamente cambiando. Nonostante le sfide, egli rimane fermo nella sua identità comasca, con un attaccamento profondo verso il lago e l’ambiente che lo circonda, proponendo addirittura soluzioni come un numero chiuso di visitatori per preservarne l’integrità.
In definitiva, attraverso la sua arte e le sue parole, Maurizio Galimberti continua a sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi del progresso sfrenato, esortando a ritrovare un equilibrio tra sviluppo economico e conservazione del patrimonio culturale e naturale.