La recente trasformazione dell’isola del Bacàn, un luogo tanto caro ai veneziani, sta suscitando grande interesse. Questa stretta lingua di terra, situata tra l’isola di Sant’Erasmo e l’ingresso del porto del Lido, è stata per lungo tempo considerata temporanea, visibile solo durante i mesi estivi e poi sgretolata dalle tempeste invernali. Tuttavia, grazie alle modifiche nella laguna dovute a interventi come il Mose, a sorpresa, l’isola si è affermata con una nuova vitalità.
Negli anni passati, la costruzione parziale del Mose presso San Nicoletto e la creazione di un’isola artificiale vicina per il controllo delle barriere, avevano portato molti a temere che il Bacàn fosse destinato a scomparire. Tuttavia, la realtà è più incoraggiante: con l’aiuto del Mose, che ha agito come protezione contro venti e onde, l’isola è diventata una presenza stabile, allungandosi per 260 metri e con una vegetazione rigogliosa che le conferisce un aspetto “punk”.
Giovanni Cecconi, un esperto idraulico con una lunga esperienza nel progetto Mose, ha condiviso che l’isola del Bacàn è emersa in modo permanente, grazie alla protezione offerta dalle barriere contro le potenti mareggiate della Bora. Questo ha reso possibile la crescita di una vegetazione alofila, permettendo allo scanno di trattenere sabbia e materiali organici.
Dal punto di vista scientifico, le opinioni sono divise. Mentre alcuni sostengono che il Mose abbia effettivamente facilitato questa trasformazione, altri, come il professore Andrea D’Alpaos dell’Università di Padova, suggeriscono che l’effetto positivo sia dovuto alla nuova dinamica idrodinamica creata dall’isola artificiale piuttosto che dall’opera stessa del Mose.
Le ricerche continuano, con studiosi come Davide Tognin che investigano sull’evoluzione delle barene e l’effetto delle mareggiate. In mezzo a queste diverse opinioni, Pierpaolo Campostrini del Corila, suggerisce che la Laguna e le sue isole mostrano una dinamicità che merita ulteriori studi e un possibile osservatorio che possa monitorare i futuri cambiamenti.
Questo cambiamento di scenario offre una nuova prospettiva sul futuro dell’isola del Bacàn, che è rinata con un carattere inaspettato tra le acque della laguna veneziana.