profondamente cambiate rispetto al passato. L’evoluzione degli ultimi dieci anni mostra un cambiamento significativo nelle università occidentali, dove si assiste a un aumento della presenza di idee antisemite travestite da critica al sionismo. Michel Houellebecq, durante un’intervista, riflette su questo cambiamento che, a suo avviso, sarebbe impensabile ai suoi tempi. Negli anni della sua gioventù, chi era di sinistra non avrebbe mai potuto sostenere posizioni antisemite. Emerge una trasformazione nelle ideologie politiche di alcune frange universitarie, dove il supporto a movimenti come Hamas trova terreno fertile.

Le riflessioni dell’autore francese partono dalla sua esperienza personale e dalla tempestiva pubblicazione di “Sottomissione”, che coincise in maniera quasi profetica con l’attentato a Charlie Hebdo. Quella mattina del 7 gennaio 2015 segna una coincidenza straordinaria nella storia recente della Francia. Le polemiche legate al libro di Houellebecq si mescolarono all’orrore dei fatti di cronaca, avendo un impatto duraturo sul suo ricordo dell’evento. L’associazione tra l’uscita del libro e gli eventi tragici ha influenzato, secondo Houellebecq, la percezione del romanzo stesso, che affrontava il tema della conquista islamica della Francia.

Il decennio trascorso da quegli eventi ha portato sostanziali cambiamenti nel panorama politico e sociale francese. Houellebecq riconosce l’impatto dei nuovi flussi migratori e l’importanza crescente dell’educazione e delle università nell’infiltrazione culturale dell’Islam nella società francese. L’autore evidenzia come già nel 2014, pur con una documentazione sommaria, avesse percepito segnali di un cambiamento culturale nei campus universitari. La presenza crescente di ragazze velate e manifesti di boicottaggio nei confronti delle università israeliane indicava, per lo scrittore, l’inizio di una tendenza che si è solo intensificata negli anni successivi.

Un altro punto cardine è il dibattito politico costruito attorno al libro “Sottomissione”. La figura del presidente immaginario, Mohamed Ben Abbes, con il suo progetto di una nuova Unione Europea inclusiva di paesi del Maghreb, non è concepita come una minaccia ma come un’idea grandiosa e strategica in termini geopolitici. Nonostante ciò, la ricezione del libro è stata segnata dalla tragedia dell’attentato, alterando la discussione sui suoi reali contenuti e alimentando un’errata interpretazione di islamofobia.

Donna di stampa, Houellebecq sostiene che la sua opera anticipa un fenomeno di lunga durata più di quanto non lo predica. Imagina un futuro in cui al governo potrebbero emergere forze musulmane moderate, nonostante le divisioni contemporanee tra le diverse comunità musulmane. La questione migratoria viene affrontata dal punto di vista della variabilità dei flussi e l’autore notava già anni fa l’aumento della presenza di migranti che sceglievano di stabilirsi in Francia, piuttosto che proseguire verso l’Inghilterra.

Attraverso l’intervista, emergono anche analisi sulla mutata percezione della sinistra europea e dell’estrema destra, con riferimenti alle radici storiche delle ideologie politiche in Francia. Houellebecq riconosce come l’Algeria abbia avuto un ruolo più significativo nella nascita dell’estrema destra odierna rispetto al periodo di Pétain. L’evoluzione dei discorsi politici rispecchia, dunque, una complessità e una trasformazione sociale che ancora oggi continua a mettere in gioco identità culturali e politiche.

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