Nel cuore della Maggiolina a Milano, la casa di Lidia Oldani si è trasformata in un avamposto di ricordi e celebrazioni. Circondata da 32 familiari, tra cui figli e nipoti di diverse generazioni, Lidia ha festeggiato non solo i suoi cento anni, ma anche un dono inatteso: la pergamena originale della laurea in Magistero conseguita all’Università Cattolica il 7 febbraio 1950. Un documento mai ritirato e custodito per oltre sette decenni nei cassetti dell’istituzione accademica, fino a quando non è stato recuperato dalla sua famiglia.

Durante gli anni difficili della Seconda Guerra Mondiale, Lidia frequentava l’università, muovendosi quotidianamente da Caglio in Valsassina a Milano. I bombardamenti spesso interrompevano il viaggio, costringendola a cercare riparo nei campi. In quell’epoca, lungo i corridoi di largo Gemelli, era possibile imbattersi in figure carismatiche come padre Agostino Gemelli. Di lui, Lidia conserva il ricordo di un uomo severo e austero. Diversamente, il poeta David Maria Turoldo, studente di Filosofia, lasciava intravedere una personalità affabile e di grande spirito.

Nella vita accademica di allora, le studentesse indossavano rigorosamente un grembiule nero e utilizzavano una scala riservata esclusivamente a loro. Qui, ai piedi di quella scalinata, Lidia incontrava Domenico Rossotti, suo futuro marito e ingegnere del Politecnico, col quale condivideva piacevoli ore di studio nei giardini della Guastalla. Ricordi indelebili legano Lidia non solo agli ambienti universitari ma anche alle sue esperienze nella Fuci, la federazione universitaria cattolica.

Lidia si laureò con un punteggio di 110/110, nonostante lo spauracchio per l’esame di grammatica latina, affrontato solo all’ultimo anno. Dopo aver rinunciato a sogni giovanili di Medicina o giornalismo, si dedicò alla famiglia e all’accompagnamento di malati a Lourdes attraverso l’Oftal, un impegno di volontariato che durò trent’anni.

Oggi, grazie ai suoi figli, Lidia può finalmente sfiorare la sua pergamena di laurea, simbolo di un percorso fatto di sacrifici e dedizione, tanto agli studi quanto agli affetti più cari. Una vita spesa tra il servizio e l’amore, che continua a illuminare, con la sua memoria vivida, le nuove generazioni della sua famiglia. La storia di Lidia, intrecciata tra passato e presente, diventa così un racconto di continuità e eredità umana.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *