L’edizione numero 6 di Vanity Fair, disponibile in edicola fino al 4 febbraio 2025, presenta un articolo che affronta una questione cruciale riguardante lo sguardo maschile sulle donne, prendendo spunto da un video diventato virale. Questo video immortala Mark Zuckerberg mentre volge lo sguardo verso la scollatura di Lauren Sanchez, la compagna di Jeff Bezos, durante l’insediamento di Donald Trump. L’insieme di nomi così influenti come Zuckerberg, Bezos e Trump in un solo contesto ne rende rilevante la discussione pubblica.

Nonostante l’attenzione si sia concentrata molto su Zuckerberg, il quale appariva più sorpreso che attratto dal decolleté di Lauren Sanchez, l’accaduto serve da trampolino di lancio per discutere di un tema sensibile. La questione principale riguarda il confine tra un’osservazione casuale e un’attenzione indesiderata.

Il 22 gennaio, la newsletter “The Ethicist” del New York Times ha affrontato l’argomento rispondendo a un lettore che chiedeva se le donne gradiscono essere osservate. La risposta suggeriva che un’occhiata fugace in pubblico può essere accettabile, mentre un prolungato soffermarsi rischia di diventare inopportuno. Si poneva l’accento sul fatto che, sebbene l’attrazione iniziale sia in parte incontrollabile, le azioni che ne derivano sono invece una scelta deliberata. Questa risposta è stata vista da molti come eccessivamente permissiva.

Si sostiene che uno sguardo prolungato sia ben accolto solo se corrisponde a un interesse reciproco, che dovrebbe essere percepibile in un istante, altrimenti risulta invadente, come il concetto di “spogliare con lo sguardo” suggerisce. Esperienze personali evidenziano come uno sguardo non desiderato possa essere tanto spiacevole quanto un commento inappropriato. Ad esempio, un vicino che in ascensore non distoglieva gli occhi dal petto, anziché guardare negli occhi, ha portato a evitare simili incontri imbarazzanti per il disagio creato.

La sensazione che si prova quando si è osservati senza consenso è paragonabile al sentirsi in una gabbia, un’immagine poco rassicurante e decisamente sgradevole. È un promemoria costante della lezione appresa da bambini: non indicare con il dito, poiché anche uno sguardo può essere altrettanto scortese.

Questo dibattito, quindi, si concentra soprattutto sull’importanza della reciprocità e del rispetto nei confronti degli altri, sottolineando l’importanza di non oltrepassare i limiti del decoro e del buon gusto.

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