Le aziende di giocattoli sono in allarme per le prossime festività natalizie a causa dei pesanti dazi imposti sugli articoli importati dalla Cina negli Stati Uniti. Greg Ahearn, a capo della Toy Association, ha sottolineato che il gravoso carico fiscale del 145% deciso dal presidente Donald Trump potrebbe seriamente minacciare il Natale, arrivando a bloccare la produzione di giocattoli nel Paese asiatico. Dice di essere preoccupato per le cancellazioni degli ordini da parte dei principali rivenditori statunitensi, incapaci di trovare alternative competitive tra i produttori locali, dato che il 96% delle aziende di giocattoli negli USA sono di dimensioni ridotte e non in grado di competere con la capacità produttiva cinese.

Nonostante le critiche, Trump difende la sua strategia di dazi, sostenendo che essa ha portato introiti di centinaia di miliardi di dollari e che rappresenta una necessità per porre fine a quella che definisce “una lunga storia di saccheggio economico”. Allo stesso tempo, l’amministrazione sta cercando di sfruttare queste misure per persuadere i partner commerciali a limitare la loro interazione con Pechino, nascondere merci cinesi dai dazi e non accogliere prodotti a basso costo nelle loro economie.

Jamie Dimon, leader di JPMorgan Chase, ha avvertito che le azioni di Trump potrebbero minare la credibilità degli Stati Uniti a livello globale, mettendo in bilico la loro posizione come porto sicuro in economia e politica. Preoccupazioni analoghe sono state sollevate da settori come quello aerospaziale, dove Michael O’Leary di Ryanair evidenzia ritardi nelle consegne di aerei Boeing dovuti agli stessi dazi.

Nel frattempo, un vertice a Palazzo Chigi prepara il terreno alla missione di Giorgia Meloni negli Stati Uniti, segno dell’importanza delle relazioni transatlantiche. La premier italiana ha commentato la difficoltà del momento economico, facendo intendere l’intenzione di affrontare discussioni impegnative con Trump.

A livello internazionale, l’Unione Europea fatica a trovare un accordo con Washington sui dazi, mentre si alza la voce dell’Unctad che chiede di esentare i Paesi più poveri dalle pesanti imposizioni fiscali. Inoltre, la Cina, ribatte alle tensioni imponendo il blocco delle consegne di nuovi aerei americani, ampliando così la portata del conflitto commerciale.

Infine, il portavoce per il Commercio della Commissione europea ha ribadito che gli standard dell’UE non entreranno in alcuna trattativa sui dazi, confermando la posizione ferma dell’Unione nel mantenere intatte le sue normative, specialmente nei settori tecnologico e agroalimentare, nonostante le pressioni internazionali.

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