Paolo Giuggia, amministratore delegato di Giuggia Costruzioni, storica azienda di Mondovì, si sta impegnando per affrontare il problema abitativo dei suoi dipendenti. La sua impresa, che vanta un fatturato di oltre 70 milioni di euro e le cui radici risalgono al 1881, si trova ad affrontare una carenza di alloggi per i lavoratori migranti. Giuggia ha provato a garantire gli affitti a nome dell’azienda, ma i proprietari si sono rifiutati, esprimendo preoccupazioni riguardo al rischio di danni agli immobili, specialmente se occupati da uomini soli per brevi periodi.

Nonostante queste difficoltà, Giuggia ha continuato a cercare soluzioni. L’incremento di lavoro, grazie a iniziative come il superbonus e i piani del Pnrr, lo ha spinto ad affittare interi alberghi per ospitare temporaneamente i suoi lavoratori. Tuttavia, si è reso conto che i costi erano proibitivi e non sostenibili a lungo termine. Pertanto, ha deciso di intraprendere un progetto innovativo: l’acquisto e la ristrutturazione di un’intera palazzina per creare quindici appartamenti destinati ai suoi dipendenti, garantendo un rifugio sicuro per coloro che contribuiscono al successo dell’azienda.

Venerdì scorso, Giuggia ha presentato la sua visione agli imprenditori cuneesi durante l’incontro per la firma dell’accordo tra la Fondazione Industriali e la Prefettura di Cuneo. Questo accordo mira a favorire l’integrazione lavorativa dei migranti ospitati nei centri di accoglienza straordinaria, incentivando così la crescita del tessuto economico-industriale in una provincia che soffre la mancanza di manodopera qualificata, accentuata dal declino demografico nazionale.

In provincia di Cuneo, dove la disoccupazione è tra le più basse d’Italia, la sfida è attrarre lavoratori specializzati. Giuggia sottolinea che i lavoratori extracomunitari costituiscono una risorsa cruciale, ma ribadisce la necessità di un sistema di accoglienza che includa anche soluzioni nei trasporti e abitazioni. Se lo Stato non interviene, tocca agli imprenditori colmare questo vuoto. Ecco perché progetti come il suo, che prevedono l’uso di immobili di proprietà per alloggiare i lavoratori, rappresentano una risposta concreta al problema abitativo.

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