Nella Città del Vaticano, Papa Francesco si è affacciato dalla Loggia centrale delle Benedizioni della Basilica di San Pietro per impartire la Benedizione Urbi et Orbi, il giorno di Pasqua. Nonostante il recente ricovero e una lunga convalescenza, Francesco ha voluto essere presente in questa giornata cruciale per la cristianità. Con una voce affaticata, ha salutato i fedeli con un “Cari Fratelli e Sorelle, buona Pasqua”, prima di pronunciare la benedizione solenne in latino.
Il Santo Padre ha scelto di lasciare la lettura del messaggio tradizionale all’arcivescovo Diego Ravelli, il quale ha riportato un’accorata richiesta di pace e speranza per il mondo. Francesco, attraverso il messaggio, ha auspicato che la luce della pace irradiata dal Santo Sepolcro, celebrato simultaneamente da cattolici e ortodossi quest’anno, si espanda sulla Terra Santa e su tutto il globo.
Nel suo intervento, il Papa ha rimarcato la necessità di un vero disarmo globale per raggiungere la pace, esortando i responsabili politici a non farsi guidare dalla paura. Ha invitato a impiegare le risorse per aiutare i bisognosi, combattere la fame e promuovere lo sviluppo. Tra le priorità del messaggio pontificio vi è stato il sostegno alla comunità cristiana in Palestina, in Israele e a Gaza, dove il conflitto continua a mietere vittime e a creare un contesto umanitario drammatico.
Francesco ha espresso preoccupazione per l’antisemitismo e ha rivolto un appello ai belligeranti affinché cessino il fuoco e liberino gli ostaggi. Un forte appello è stato lanciato per il Libano, la Siria e il Medio Oriente, invitando tutta la Chiesa a pregare per quelle regioni martoriate. Il Papa ha puntato l’attenzione anche sul popolo yemenita, sottolineando la necessità di soluzioni dialogiche costruttive per le crisi che lo affliggono.
La già martoriata Ucraina ha ricevuto un pensiero speciale, unito alla preghiera per una pace giusta e durevole, mentre appelli alla riconciliazione sono stati rivolti al Caucaso Meridionale e ai Balcani. Papa Francesco ha voluto infine dedicare una preghiera alle popolazioni africane vittime di conflitti in diversi Paesi, sottolineando l’importanza della libertà religiosa e di pensiero.
Nel suo cuore, Francesco ha rivolto un pensiero speciale al Myanmar e alle conseguenze del devastante terremoto di Sagaing. Ha lodato i volontari impegnati nei soccorsi e ha accolto come un segnale positivo il cessate il fuoco dichiarato da vari attori nel paese asiatico.
Il suo messaggio ha messo la speranza al centro di tutto: Cristo risorto simboleggia una nuova vita e una sfida alla morte, ed è nella Pasqua che si riafferma il valore della vita. Ha concluso con un appello a non dimenticare mai l’umanità, persino nei momenti di conflitto più acuti, auspicando che prigionieri di guerra e politici vengano liberati in questo anno giubilare. Nella sua benedizione, Papa Francesco ha ricordato che la vita eterna ci attende, una vita priva di guerra e morte.