Nella storica mattina del 26 aprile 2025, piazza San Pietro a Città del Vaticano diventa il centro del mondo. Le prime luci dell’alba illuminano l’imponente facciata della Basilica di San Pietro, dove alcune sagome in abito scuro si stagliano dietro le statue sacre, segno di massima sicurezza per l’evento. Autorevoli figure mondiali si riuniscono per onorare la memoria di Papa Francesco.
In prima fila, secondo il protocollo diplomatico che predilige il francese, si può osservare il presidente americano Donald Trump insieme alla first lady Melania. Accanto a loro, volti noti come quello di Volodymyr Zelensky e della moglie Olena dall’Ucraina, il re spagnolo Felipe VI e la regina Letizia, nonché il presidente francese Emmanuel Macron e Brigitte. Sempre in primo piano c’è Giorgia Meloni, premier italiana, con un abbigliamento di rigore, affiancata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dalla figlia Laura.
Presenziano inoltre i presidenti di Senato e Camera, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, il presidente della Corte costituzionale Giovanni Amoroso, e il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Dall’Argentina arriva il presidente Javier Milei insieme alla sorella Karina. Manca la presenza fisica di leader come Vladimir Putin e Benjamin Netanyahu, rappresentati da delegati.
Un imponente corteo di 249 delegazioni ufficiali rende omaggio al Pontefice, superando il numero di partecipanti ai funerali di Giovanni Paolo II nel 2005. La celebrazione diventa così un simbolo di universalità, una raccolta dei grandi del pianeta sotto il cielo di Roma per questo addio epocale.
Le campane cominciano a risuonare mentre la processione si prepara a muovere una semplice bara di legno chiaro, che trasporta il defunto Papa, verso il sagrato. Un sole cocente accompagna questa cerimonia che sembra fermare il tempo e lo spazio. La moltitudine di fedeli, quantificata in centinaia di migliaia, intona canti e preghiere, unita in un unico grande coro di fede.
Gli omaggi resi a Papa Francesco non si limitano alla componente spirituale, ma abbracciano anche un forte messaggio sociale. Riconosciuto per la sua capacità di coinvolgere e dialogare con il mondo intero, il suo magistero viene ricordato per aver invitato alla costruzione di ponti e non muri, promuovendo incessantemente la pace e il dialogo.
Nell’omelia, il cardinale Giovanni Battista Re ricorda la straordinaria dedizione del Papa verso gli ultimi, i meno fortunati, e l’incessante appello verso una risoluzione pacifica dei conflitti mondiali. Nel vasto oceano di folle e dignitari, emergono le parole del Papa che risuonano ancora una volta nella piazza, testimoniando un’era di speranza e rinnovamento per l’umanità.