Papa Francesco ha passato una notte serena ed è riuscito anche a leggere i giornali questa mattina, durante il suo quarto giorno di degenza al decimo piano del Policlinico Gemelli di Roma. È stato ricoverato da venerdì scorso per una bronchite che si è poi evoluta in un’infezione microbica delle vie respiratorie. La situazione ha richiesto un aggiustamento delle terapie da parte dei medici, in considerazione di un quadro clinico complesso che sta necessitando di una permanenza ospedaliera prolungata.

Jorge Bergoglio non è nuovo a problemi respiratori e questo rappresenta il suo quarto ricovero presso il Gemelli da quando è salito al soglio pontificio. L’infezione, come spiegato dalla dottoressa Federica Poli, specialista in Pneumologia dell’IRCCS Policlinico San Donato, è di tipo microbico e comporta la presenza di diverse componenti infettive. Si può trattare di un virus che, in una fase di debolezza del paziente, si sovrappone a uno o più batteri o funghi.

La stagione e il contesto post-Covid hanno reso queste sovrapposizioni di patogeni molto comuni. Tra i potenziali agenti responsabili ci sono i virus respiratori come l’influenza, il virus parainfluenzale, il rinovirus o eventualmente il COVID-19, oltre a batteri che possono subentrare in un organismo già fragile o compromesso.

La prognosi risulta lenta anche a causa della possibilità di sovrainfezioni, un rischio che aumenta con un prolungato soggiorno in ospedale, soprattutto in età avanzata. Dal punto di vista del trattamento, nel caso in cui il patogeno non fosse identificato, si ricorre a terapie antibiotiche ad ampio spettro. Se invece il germe viene isolato, è possibile utilizzare antibiotici più specifici. L’impiego del cortisone è contemplato in particolari situazioni infiammatorie, ma richiede cautela per evitare di incrementare l’immunodepressione.

Il riposo è stato prescritto con l’obiettivo di non sovraccaricare un organismo già sotto stress e per evitare un peggioramento della capacità respiratoria. In caso di stress respiratorio, ogni movimento inutile può aggravare il quadro, aumentando il consumo di ossigeno, aggravando l’ipossia. Risultano cruciali cure personalizzate che possano includere l’utilizzo di broncodilatatori o il supporto di ossigeno, a seconda del bisogno specifico del paziente.

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