Nel recente panorama delle serie televisive, Pulse si propone come il nuovo medical drama su Netflix. La trama si sviluppa attorno alla figura della dottoressa Danny Simms, interpretata da Willa Fitzgerald, che ricorda la celebre Meredith Grey di Grey’s Anatomy, incarnata da Ellen Pompeo. Proprio nel secondo episodio, Danny rivolge una domanda alla collega Camila, interpretata da Daniela Nieves: “Hai guardato tanto Grey’s Anatomy da piccola?” Al che, con ironia, conclude: “Okay, cerca di dimenticarlo”. Questa battuta non sembra solo un consiglio a Camila, ma anche un monito che la serie stessa farebbe bene a seguire.
Ideata da Zoe Robyn, nota per il suo lavoro su Hawaii Five-0 e The Equalizer, e prodotta da Carlton Cuse di Lost, Pulse segna il debutto di Netflix nel genere procedural medico in inglese. L’ambientazione si sposta dalla Seattle piovosa di Grey’s Anatomy alla Miami soleggiata, con la colonna sonora che sostituisce brani malinconici di The Fray e Snow Patrol con hits contemporanee come “Beautiful Things” di Benson Boone e “A Bar Song (Tipsy)” degli Shaboozey. Anche se l’ambiente cambia, la dinamica di base rimane immutata, con un gruppo di medici ambiziosi impegnati a bilanciare la loro vita privata con la professionale, fra interventi chirurgici mozzafiato e storie d’amore complesse.
Conscia dell’inevitabile confronto con Grey’s Anatomy, Pulse tenta di rompere gli schemi. Mentre Grey’s si avvia con la protagonista Meredith coinvolta in una complicata avventura amorosa con il primario Derek Shepherd, Pulse inizia con una denuncia alle risorse umane da parte di Danny, a causa di una relazione problematica con il suo superiore, il dottor Xander, interpretato da Colin Woodell. Questa diversa premessa tenta di offrire una sfumatura moderna e complessa che si svela poco a poco tramite flashback.
Danny, al pari di Meredith, porta con sé un bagaglio di esperienze traumatiche. Parallelamente a Meredith e Lexie, anche Danny si ritrova a lavorare fianco a fianco con la sorella Harper, interpretata da Jessy Yates, con cui condivide un passato doloroso. Harper, come Lexie nella serie originale, mostra empatia verso un padre assente, mentre Danny si colpevolizza per l’incidente che ha costretto Harper su una sedia a rotelle, con dialoghi emotivamente intensi come: “Vuoi soffrire più delle persone che hai ferito, perché forse così ti perdoneranno”.
L’amore per gli eventi disastrosi è un altro punto in comune fra Pulse e Grey’s. L’apertura della stagione di Pulse è segnata da un uragano, mentre il finale culmina in una confessione che rivela un errore medico fatale. Gli episodi offrono scene di chirurgia in emergenze estreme, operazioni al buio e recupero di oggetti inusuali, situazioni viste spesso nei medical drama, da Grey’s ad altre serie simili. L’intento di creare originalità è complicato, specialmente quando i personaggi di Pulse presentano analogie inconfondibili con quelli di Grey’s Anatomy.
All’interno del cast di Pulse, si ritrovano simili dinamiche a quelle che caratterizzavano i personaggi di Seattle Grace. Xavier, come Jackson Avery, appartiene a una dinastia medica influente, mentre il dottor Sam riflette il non detto amore di George O’Malley per Meredith. Altri paralleli sono palese: Tom come il donnaiolo Alex Karev, Camila che vive lo stesso pregiudizio di Izzie Stevens, e Sophie che ricorda la goffa April Kepner. Persino Natalie Cruz, alla guida della chirurgia, rimanda direttamente al forte spirito di guida di Miranda Bailey.
Le somiglianze tra Pulse e Grey’s Anatomy sono troppo evidenti per passare inosservate, e questo getta un’ombra su quanto Pulse riesca davvero a emergere come unico nel suo genere.