Recenti sviluppi riguardanti il programma televisivo Report e il suo impatto sulla dirigenza Rai evidenziano un clima di grande tensione ai vertici di Viale Mazzini. La trasmissione di una telefonata privata tra l’ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, e sua moglie, Federica Corsini, ha sollevato pesanti critiche. Questa conversazione, resa pubblica mentre nessuno dei protagonisti era a conoscenza dell’ascolto, è stata registrata da Maria Rosaria Boccia, un’imprenditrice campana interessata a una nomina nel settore organizzazione grandi eventi.

La puntata di Report che includeva tale registrazione ha suscitato una «forte irritazione» non solo verso il conduttore Sigfrido Ranucci, ma anche verso il direttore dell’Approfondimento, Paolo Corsini, ritenuto responsabile della supervisione editoriale. Si discute se la conversazione, di carattere strettamente privato, avesse una rilevanza pubblica tale da giustificare la sua messa in onda.

La registrazione, entrata in possesso dei Carabinieri, è stata successivamente rimossa dal sito di Report, che ha motivato tale scelta con la necessità di autotutela. La dirigenza Rai, che ha appreso dell’inclusione del materiale nella trasmissione solo poche ore prima della messa in onda tramite fonti esterne come il sito Dagospia, ha sollevato dubbi sull’effettiva necessità di tale scoop in ottica di servizio pubblico.

La situazione ha acceso ulteriori polemiche circa l’approccio editoriale del programma, soprattutto alla luce di precedenti ammonimenti ricevuti dall’Autorità per le Comunicazioni. L’accusa di aver causato un “danno d’immagine” alla Rai è particolarmente rivolta a Corsini, criticato per aver esposto Federica Corsini a una dura pressione mediatica, nonostante la sua situazione di malattia.

Le preoccupazioni non riguardano solo l’aspetto etico, ma anche il ritorno in termini di pubblico. Gli ascolti sembrano confermare un calo d’interesse: dai risultati inizialmente alti del programma, l’audience è scesa significativamente, segnalando un possibile esaurirsi dell’attrattiva di certi contenuti scottanti.

In sintesi, la questione solleva interrogativi sulla natura e gli obiettivi del giornalismo investigativo televisivo, costringendo la Rai a riflettere sul bilanciamento tra la ricerca dello scoop e il vero significato di servizio pubblico.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *