Se non si è ancora incappati in “APT.”, presto potrebbe avvenire e sarà difficile resistergli. È altamente probabile che Rosé, artista del k-pop, sia già sotto i riflettori nella vita di molti, anche se magari il titolo della canzone potrebbe sfuggire momentaneamente. La sua presenza è diffusa in ogni dove: sui televisori con un video musicale in rosa e coreografie che richiamano lo stile di Grease, su TikTok dove è analizzata sotto ogni aspetto, dalle parodie ai meme, e in radio, dove il suo ritornello incisivo sembra non conoscere rivali. Più di una semplice canzone, è diventata un vero e proprio fenomeno.

La hit di Rosé s’ispira a un gioco alcolico popolare tra i giovani sudcoreani, reso evidente sin dall’inizio del video musicale, dove le mani si sovrappongono una sull’altra e un leader stabilisce un numero. Uno alla volta, i partecipanti si ritirano, fino a quando il prescelto è chiamato a bere. “APT.”, che suona come “appartamento”, segna l’inizio del gioco. Un messaggio chiaro: alcune attività è meglio svolgerle in casa. Con un look firmato Saint Laurent di Anthony Vaccarello, che comprende abbigliamento elegante dalla cravatta alle décolletées, si chiede se possa rappresentare una nuova tendenza. Sicuramente è una moda invernale, orientale.

I record infranti da “APT.” parlano chiaro, come l’incredibile numero di visualizzazioni su YouTube nelle prime 24 ore. Tuttavia, è superando diverse barriere che Rosé emerge davvero come la pioniera del k-pop, abbandonando l’etichetta di fenomeno di nicchia per abbracciare un ruolo di rilievo culturale globale. Collaborando con Bruno Mars per la scrittura della canzone, Rosé diventa una delle prime star del k-pop a imporsi su un pubblico più ampio. E inizialmente, quell’accenno a un gioco alcolico fece sorgere dubbi.

Per chi è appassionato di moda, aggiornarsi diventa imprescindibile con Jennie, Rosé, Lisa e Jisoo, le Blackpink, che rappresentano molto più di un fenomeno musicale. Sono magneti per le case di lusso e simboli del Terzo Millennio, andando ben oltre la mera moda. Rosé confida che dietro “APT.” c’è un vero e proprio racconto di crescita personale. A ventotto anni, con una carriera iniziata con le Blackpink (che hanno conquistato anche il mercato statunitense e si preparano a un tour mondiale nel 2025), esordisce da solista con questo singolo e dichiara di sentirsi finalmente adulta.

Sotto il suo ormai iconico caschetto biondo, scherza sul fatto che il suo nome rievochi il vino rosé, consapevole di aver intrapreso un percorso complesso. Nata Roseanne Park, in Nuova Zelanda da genitori sudcoreani, la sua crescita si è divisa tra l’Australia e la Corea. Una storia di per sé già adatta per un film biografico. E quando le si chiede a quale cultura si senta più legata, risponde che l’istinto la riporta alla Corea, per la sua famiglia e per gli anni vissuti lì.

Discutendo di un eventuale confronto con il vino rosé nei motori di ricerca, racconta di come per ora riesca a prevalere la sua presenza. E sulla presunta battuta di Bruno Mars di un tentativo di bacio durante le riprese, commenta divertita: “È una bugia, solo un modo per far diventare il brano virale.” E in effetti, sembra aver funzionato. Bruno Mars instilla un’energia contagiosa, quella che Rosé voleva per il suo lavoro, e ciò l’ha portata a collaborare con lui per questo singolo.

Con l’uscita del suo primo album da solista “Rosie”, di cui “APT.” è parte, Rosé esprime la sua evoluzione musicale, unendo entusiasmo e maturità artistica. Emerge il messaggio di credere nelle proprie scelte, nell’esprimere ciò che rende felici, poiché la sincerità è cruciale per un artista. In un universo musicale in continua espansione, Rosé sembra aver trovato il suo posto.

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