L’intervento normativo noto come decreto Salva-Casa, adottato dal governo per affrontare le irregolarità formali negli immobili, sta incontrando notevoli difficoltà nella sua applicazione. Sebbene l’obiettivo fosse di risolvere rapidamente lo “stallo delle compravendite”, a sei mesi dalla sua entrata in vigore, il provvedimento non sta producendo gli effetti desiderati. I comuni infatti risultano bloccati da incertezze interpretative e dalla complessa modalità di calcolo delle oblazioni.
Il decreto avrebbe dovuto favorire il ritorno sul mercato di circa quattro milioni di abitazioni che presentano piccoli abusi edilizi, superando ostacoli come la doppia conformità e semplificando il cambio di destinazione d’uso. Si prevedeva che queste misure avrebbero generato entrate per i comuni e snellito i processi amministrativi. Tuttavia, la mancanza di moduli di segnalazione e comunicazione di inizio attività e le numerose difficoltà interpretative frenano le pratiche di sanatoria.
Un problema aggiuntivo è rappresentato dall’autonomia differenziata sull’edilizia, che comporta un’applicazione disomogenea delle disposizioni governative sul territorio nazionale. Ad oggi, regioni come Emilia-Romagna, Umbria, Liguria, Sicilia e il Comune di Roma sono gli unici enti locali ad aver fornito indicazioni pratiche sull’applicazione delle nuove norme.
Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha annunciato l’imminente pubblicazione di un manuale per chiarire gli aspetti applicativi della norma e supportare tecnici comunali e professionisti nella corretta applicazione delle nuove disposizioni. Questo documento includerà linee guida per la determinazione degli oneri di regolarizzazione e sarà accompagnato da una circolare esplicativa da indirizzare agli 8.000 comuni italiani.
Un importante cambiamento introdotto dal decreto è il passaggio dal “silenzio-rifiuto” al “silenzio-assenso”, che dovrebbe semplificare le procedure burocratiche riducendo i tempi di risposta amministrativa. Tuttavia, questo approccio genera preoccupazioni sul fronte delle eventuali responsabilità e delle certificazioni false, tanto tra i professionisti quanto tra istituti bancari e notai che potrebbero dimostrarsi riluttanti nella compravendita o concessione di mutui basati su sanatorie tacite.
Per affrontare questi problemi, entro dicembre, è previsto che il ministro Salvini presenti al Consiglio dei ministri una proposta di riordino del Testo Unico dell’Edilizia del 2001. Questa revisione dovrebbe includere anche le disposizioni urgenti legate ai piccoli abusi edilizi e il decreto Salva-Milano. Ulteriori modifiche normative potrebbero quindi essere all’orizzonte, con l’intento di rendere finalmente operativo l’intervento Salva-Casa.