Il Festival di Sanremo 2025 è giunto alla sua serata conclusiva, una manifestazione che ha attraversato eventi imprevisti e momenti di grande emozione. Dopo l’entusiasmante serata delle cover, trionfata da Giorgia in duetto con Annalisa, i protagonisti della gara sono tornati sul palco per esibirsi nuovamente. La competizione è stata valutata attraverso il mix di Televoto (34%), Radio (33%) e Sala stampa (33%), portando a giudizi variegati.

Francesca Michielin, con il suo brano “Fango in paradiso”, si è aggiudicata un 6. Questa edizione di Sanremo è stata per lei una sfida, segnata da un infortunio alla caviglia e altri imprevisti personali. Nonostante le difficoltà, la sua performance ha mostrato un rinnovato impegno emotivo.

Willie Peyote, con “Grazie ma no grazie”, ha ottenuto un 7, grazie a un pezzo che, attraverso il sarcasmo, affronta temi lontani dall’amore, combinando rap e sonorità alla Daniele Silvestri, dimostrando sempre una notevole padronanza del palco.

Marcella Bella non ha convinto con “Pelle diamante”, guadagnando un 4 e mezzo. La canzone, purtroppo, non è spiccata nonostante l’intento neofemminista e una coreografia accattivante.

Bresh ha raccolto un 6 e mezzo con “La tana del granchio”. Seppur la ballad sia stata interessante, molti ricorderanno maggiormente la sua performance di “Creuza de ma” con Cristiano De André. Sanremo però gli ha lasciato un pubblico più ampio e consapevole del suo stile pop di qualità.

I Modà, con “Non ti dimentico”, si sono fermati a un 5. La loro continuità nel presentare uno stile conosciuto è apprezzabile, ma la ripetizione tematica e il pathos eccessivo non risuonano con tutti.

Rose Villain si è presentata a Sanremo con “Fuorilegge”, guadagnando un 6. La canzone si è rivelata un potenziale tormentone e ha consolidato il suo status di big, principalmente attraverso un’estetica provocante e una presenza accattivante.

Con “Damme ‘na mano”, Tony Effe non è andato oltre il 5. Le polemiche precedenti non hanno aiutato la percezione del brano, che non ha rispecchiato il talento di cui è capace, richiamando un’insistenza su temi e stili poco in sintonia con il pubblico.

La canzone “Febbre” di Clara è rimasta nella memoria grazie a versi significativi, ricevendo un 6 meno. Tuttavia, i motivi restano discutibili, colpendo più per il loro impatto immediato anziché per una qualità duratura.

Serena Brancale ha mescolato diverse influenze con “Anema e core”, guadagnandosi un 6. La scelta di coniugare il dialetto barese con melodie e world music ha creato un’esperienza nuova e variegata.

Brunori Sas, con “L’albero delle noci”, ha fatto la differenza, meritandosi un 8. La sua capacità di mantenere l’integrità artistica senza stravolgimenti è stata apprezzata, portando sul palco una delle poche canzoni non incentrate sui soliti temi amorosi.

Francesco Gabbani ha condiviso “Viva la vita”, ottenendo un 6 e mezzo. Sebbene la performance sia stata la più incisiva di tutte le sue esibizioni, la scelta stilistica forse non ha pienamente reso onore alla sua creatività passata.

Noemi, con “Se t’innamori muori”, ha fatto valere il suo potenziale vocale con un 6 e mezzo, sebbene la canzone non sia rimasta particolarmente impressa.

Rocco Hunt, salito alla ribalta con “Mille vote ancora”, ha confermato un solido 6. Coinvolgendo il pubblico con gesti spontanei, ha dimostrato coerenza nelle sue esibizioni.

I The Kolors, con “Tu con chi fai l’amore”, hanno portato una ventata di divertimento al Festival, meritandosi un 7 grazie all’energia travolgente e a momenti di puro intrattenimento.

Olly ha presentato “Balorda nostalgia”, un disco che riecheggia lo spirito della generazione Z. Le liriche accattivanti e il ritornello coinvolgente gli hanno valso un 7-.

Il vulcanico Achille Lauro ha conquistato l’Ariston con “Incoscienti giovani”, aggiudicandosi un 7 e mezzo grazie alla sua capacità di reinvenzione in chiave più sobria ma altrettanto efficace.

I Coma_Cose, con “Cuoricini”, hanno raccolto un 6 e mezzo. La loro proposta, semplice e catchy, si è distinta non solo per la musica ma anche per un originale senso dell’estetica.

Giorgia ha dominato la scena con “La cura per me”, ottenendo un meritatissimo 8. La sua performance vocale è stata di altissimo livello, incantando tutti i presenti.

Simone Cristicchi, con “Quando sarai piccola”, ha strappato un 5. La commozione è stata mitigata, facendo mancare l’impatto emotivo che il tema meritava.

Elodie ha riscosso un 6 e mezzo per “Dimenticarsi alle 7”. L’interprete ha dimostrato fascino e capacità nonostante la canzone non sia stata tra le più memorabili.

Lucio Corsi si è distinto con “Volevo essere un duro”, guadagnandosi un 9 e il plauso di molti grazie al suo approccio unico e alla padronanza artistica.

Irama, con “Lentamente”, ha ottenuto un 5 e mezzo, mostrando la sua versatilità, ma senza lasciare un segno distinto.

Infine, Fedez ha sfidato le aspettative con “Battito”, meritando un 6 e mezzo, affrontando con coraggio temi personali che hanno attratto di nuovo l’attenzione su di sé per i giusti motivi.

In conclusione, Sanremo 2025 ha regalato un capitale di emozioni e musica. Alcuni hanno sorpreso, altri hanno confermato il loro talento. Come ogni anno, il palcoscenico dell’Ariston è stato il campo di battaglia delle emozioni, della musica e dell’arte.

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