In un contesto calcistico dove le spese per le retribuzioni di giocatori e allenatori hanno raggiunto livelli astronomici, appare paradossale la richiesta di fondi pubblici per sostenere il settore. In Italia, si è assistito a una crescita esponenziale dei ricavi dai diritti sportivi a partire dal 1993, ma parallelamente, i costi sono aumentati in maniera spropositata. Tuttavia, la possibilità di riequilibrare questa situazione attraverso un contenimento degli stipendi sembra essere un’opzione non esplorata.

Diversi paesi gestiscono i loro campionati con budget più contenuti rispetto all’Italia, dimostrando che una gestione più oculata delle risorse è praticabile. Ciò che sorprende è come il calcio italiano continui a perdere circa un miliardo all’anno negli ultimi cinque anni, aggravato dalla pandemia da COVID-19, senza riuscire a trovare soluzioni sostenibili all’interno del sistema stesso.

Il dibattito attorno a questi temi è stato intenso durante un evento svoltosi all’interno di uno dei grandi tendoni del Circo Massimo, con la partecipazione di figure di spicco come Urbano Cairo, presidente del Torino, e Paolo Scaroni, presidente del Milan, che hanno sollecitato il ministro dello Sport, Andrea Abodi, a prendere iniziative risolutive.

Cairo ha posto l’accento sul fatto che il settore calcistico in Italia non beneficia delle agevolazioni fiscali previste dal decreto Crescita per calciatori e allenatori stranieri, delineando possibili questioni di incostituzionalità. Inoltre, ha chiesto di rivedere il divieto di sponsorizzazioni da parte delle società di scommesse, un limite che non esiste in altre nazioni europee, al fine di attrarre maggiori risorse.

Abodi, dal canto suo, ha promesso che il tema delle scommesse verrà analizzato nel breve periodo e ha suggerito che ci sarà una percentuale di prelievo sugli introiti delle società del settore. Non è chiaro quanto sarà questo prelievo, ma dovrebbe tener conto delle priorità sociali attuali. Inoltre, ha garantito che il governo è al lavoro per contrastare la pirateria, che sottrae ingenti risorse economiche ai club.

Un ulteriore sviluppo riguarda l’iniziativa per la creazione di un fondo equity destinato ad aiutare le società sportive nella costruzione di nuovi stadi, che non sarà finanziato dalla manovra, ma attraverso strumenti alternativi.

Infine, nella sfera dei contratti di lavoro dei calciatori, il ministro ha dichiarato che intende introdurre delle modifiche per renderli più moderni e adeguati al contesto attuale, mentre ha espresso la volontà di aumentare la presenza femminile negli organi decisionali sportivi, come suggerito da Federica Cappelletti, presidente della Divisione Serie A femminile.

In sintesi, si prospettano delle riforme e nuove strategie per affrontare una crisi che richiede interventi decisi e concreti, mirando a una gestione più sostenibile delle risorse nel mondo del calcio italiano.

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