Il debutto delle sigarette elettroniche risale al 2003, quando furono introdotte sul mercato cinese. Successivamente, nel 2006, queste innovazioni raggiunsero l’Europa e gli Stati Uniti. Oggi, l’offerta è vastissima: esistono centinaia di modelli, incluse le popolari “puff”, dispositivi usa-e-getta che consentono un numero limitato di tiri. Nonostante la varietà di opzioni, il funzionamento di base rimane immutato: una resistenza interna riscalda un liquido contenuto in una cartuccia, producendo un aerosol, spesso chiamato erroneamente “vapore”. Questo aerosol sostituisce il fumo tradizionale, suggerendo inizialmente una soluzione meno dannosa per i fumatori.
Nel 2013, il celebre oncologo italiano Umberto Veronesi dichiarò che le sigarette elettroniche non erano cancerogene e potevano rappresentare un aiuto per smettere di fumare. Nel 2014, ribadì questa posizione, affermando che tali dispositivi emettono solo vapore acqueo e che, se usati da tutti i fumatori, avrebbero potuto ridurre drasticamente i tumori ai polmoni. Tuttavia, con il passare del tempo, queste convinzioni sono state messe in discussione.
Nel 2015, la multinazionale Philip Morris lanciò sul mercato un nuovo dispositivo, l’Iqos, progettato per riscaldare il tabacco senza bruciarlo, differenziandosi dalle e-cig tradizionali. Questo sistema raggiunge temperature molto inferiori rispetto alle sigarette convenzionali, ma la preoccupazione riguardo agli effetti sulla salute persiste. Oggi in Italia, 1,3 milioni di persone usano sigarette elettroniche, pari al 2,5% della popolazione, mentre l’uso delle sigarette a tabacco riscaldato è triplicato dal 2019, coinvolgendo circa 1,9 milioni di utenti. Questo mercato è in forte espansione, con un valore di 759 milioni di euro nel 2023, in crescita del 29% rispetto all’anno precedente.
Le normative italiane impongono che produttori e importatori di sigarette elettroniche e dispositivi simili comunichino al Ministero della Salute gli ingredienti e i dati tossicologici dei prodotti. È vietato l’uso di questi dispositivi nelle scuole, comprese le aree all’aperto, e nei penitenziari minorili, oltre che in altri luoghi pubblici a discrezione dei gestori. Inoltre, la vendita di sigarette elettroniche e liquidi contenenti nicotina è proibita ai minori di 18 anni. Tuttavia, un’indagine dell’Istituto Superiore di Sanità, condotta nel maggio 2024, ha rivelato che il 62% dei giovani che svapano non ha mai riscontrato difficoltà nell’acquisto di questi prodotti, nonostante il divieto.
Il dibattito scientifico sugli effetti delle sigarette elettroniche è ancora in corso. Sebbene ci siano studi contrastanti, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha espresso nel 2023 forti preoccupazioni, denunciando che l’industria del tabacco spesso finanzia ricerche mirate a minimizzare i rischi. Nel 2024, l’OMS ha affermato con chiarezza che le sigarette elettroniche non sono efficaci come strumento per smettere di fumare. Anche l’Istituto Superiore di Sanità ha scoraggiato l’uso di questi dispositivi per combattere la dipendenza dal tabacco, sottolineando che contengono nicotina e possono portare alla stessa dipendenza delle sigarette tradizionali.
Una ricerca condotta in Italia su 3.185 partecipanti ha rivelato che chi passa alle sigarette elettroniche ha quattro volte più probabilità di ricominciare a fumare rispetto a chi smette senza usarle. Inoltre, l’uso crescente tra i giovani è allarmante: il 55% dei ragazzi tra i 13 e i 15 anni ha provato a svapare, e il marketing aggressivo delle aziende, che punta su gusti accattivanti e design attraenti, contribuisce a questa tendenza. Con oltre 16.000 aromi disponibili e l’utilizzo di personaggi dei cartoni animati per promuovere i prodotti, i più giovani sono particolarmente vulnerabili a sviluppare una dipendenza dalla nicotina.
In conclusione, sebbene le sigarette elettroniche e a tabacco riscaldato siano state inizialmente viste come una soluzione meno dannosa rispetto alle sigarette tradizionali, le evidenze scientifiche degli ultimi anni hanno sollevato preoccupazioni significative. Questi dispositivi non sono privi di rischi e, sebbene le sostanze nocive presenti siano generalmente meno numerose rispetto al fumo convenzionale, contengono comunque composti cancerogeni e tossici. Con l’85% degli utenti che utilizza sigarette elettroniche o a tabacco riscaldato in combinazione con le sigarette tradizionali, i rischi per la salute rimangono elevati. Solo studi a lungo termine potranno fornire risposte definitive, ma al momento è chiaro che le sigarette elettroniche non sono la panacea sperata.
Finalmente qualcuno dice chiaro che queste esigarette nun fann’ bene. Chissà quanti giovani ce stanno a casca co sti aromi attraenti!
‘Ste sigarette elettroniche mi sembrano solo na fregatura, manco aiutano a smette de fuma come dicevano. Pura finta sta roba del vapore acqueo, stateve accorte!
io nn so neanche come si usano ste cos.ine…!!! Troppo difficile per me.
Queeste siggarette elettroniiche sono un compromeso, ma alla fine è semmprre dipendenza. Meegglio evitare.
Ma quante cose nuuove sti ggiovani trovano per rovinarsi la salute.. mi ricordo quanndoo era solo er fumo ar nostro tempo!
ma quindi…… quest’OMS che ci sta dicendo alla fine? che le sigarette elettroniche non servono proprio a nulla per smettere di fumare? boh, a me aiutano.!
Le sigarette elettroniche potrebbero non essere perfette, ma sono decisamente meno dannose delle sigarette tradizionali! E in ogni caso… un aiuto per chi vuole smettere.
Diventare dipendenti dalle sigarette elettroniche è facile come con quelle tradizionali… I giovani dovrebbero stare attenti e informarsi meglio su cosa stanno inalando.
Interessante, ma mi sembra che le sigarette elettroniche siano comunque un modo per mantenere la dipendenza dalla nicotina. Speravo fossero una soluzione migliore per smettere di fumare, ma sembra che non sia proprio così.
QUESte siGaRetTe elettronicke SONO davverò pericolose.. il governo dovrebbe vietarle del tutto prima ke diventi un problemA piu grande!
Wow non sapevo che il primo lancio delle ecigs fosse così recente! 2003 è davvero l’altro ieri. Pazzesco come siano diventate così popolari in così poco tempo!