Nel panorama del tennis mondiale, Jannik Sinner emerge come una figura inarrestabile, indifferente al clima di ostilità che si è creato attorno a lui in vista del giudizio del Tribunale Arbitrale dello Sport (Tas). Nella finale dell’Australian Open, ha dominato Sasha Zverev, che ha mostrato una passività che non è riuscita a impensierire l’italiano. L’incontro è iniziato con un tiebreak equilibrato, ma in seguito il tedesco è crollato.
Nonostante le insinuazioni del quotidiano tedesco Bild, che aveva messo in dubbio la presenza di Sinner in finale a causa del caso Clostebol, da cui è stato assolto, la prestazione dell’altoatesino non è stata scalfita. Sinner ha sfoggiato una forma impeccabile, aiutato dalla confusione tattica di Zverev, che sembrava sperare in errori del numero uno al mondo. Questa tattica si è rivelata letale per il tedesco, che non è riuscito a imporre il suo gioco. Il mondo del tennis sembra voler creare un clima che favorisca una condanna per Sinner a Losanna, viste le richieste della Wada di una sospensione fino a due anni.
Nonostante le pressioni mediatiche e l’ostilità da parte di figure come Nick Kyrgios e Novak Djokovic, Sinner ha mantenuto la concentrazione che lo distingue, assimilabile al casco di un pilota di F1 che, una volta indossato, permette di entrare in stato di massima concentrazione. In Australia, ha mostrato nuovamente il suo carattere formidabile, annichilendo Zverev in un contesto di gioco che un anno prima era stato ben diverso contro Medvedev.
Affrontando Zverev, numero due del ranking, Sinner non ha avuto bisogno di eccedere, approfittando dei difetti strutturali che emergono nel gioco del tedesco. A 27 anni, Zverev, un rappresentante della Next Gen, non è ancora riuscito a vincere un Major, forse a causa di un approccio troppo insicuro e falloso, come dimostrato dai molti errori non forzati (45 contro i 27 di Sinner). Jannik, al contrario, ha brillato nel servizio, con una precisione che gli ha permesso di dominare sui punti importanti.
L’allenatore di Sinner, coach Vagnozzi, ne apprezza appieno la tenacia: in situazioni critiche, Jannik tende a esprimere il meglio di sé. Nella terza partita della finale, Zverev si è trovato a un punto di non ritorno, con Sinner che ha continuato a martellare con colpi affilati e una precisione chirurgica. La partita si è aperta con un ace a 200 km/h, simbolo della determinazione di Sinner. La prima partita si è chiusa 6-3 in soli 43 minuti.
Il secondo set ha mantenuto un sostanziale equilibrio fino al tiebreak, momento in cui Sinner ha messo in mostra ancora una volta la sua solidità. Zverev, pur mantenendo la parità fino al 4-4, ha ceduto di fronte alla superiorità dell’avversario, perdendo il set 7-6. Con due set a sfavore, Zverev non è riuscito a trovare una soluzione, mentre Sinner ha conquistato un altro break nel terzo set che ha sancito la sua vittoria definitiva per 6-3.
Il trionfo è stato evidente, nessun elemento della finale è sfuggito al controllo di Jannik. Con questo successo, Sinner ha raggiunto 47 vittorie su 50 partite da quando è diventato il numero uno al mondo, eguagliando leggende come Borg e Connors. Ricevuto da John Newcombe, uno degli illustri australiani, Sinner ha ottenuto il suo terzo Slam a soli 23 anni, con la minaccia di una sospensione pendente sopra di lui. Il suo carattere risoluto stupisce ancora, specialmente considerando le avversità incontrate.