Nella località di Fonteno, nella provincia di Bergamo, Ottavia Piana, esperta speleologa di Brescia, è finalmente riemersa dalla grotta di Bueno Fonteno dopo avervi trascorso quattro giorni in seguito a un incidente. Le operazioni di soccorso, condotte dal Soccorso alpino e speleologico, si sono concluse positivamente poco prima delle 3 di notte. L’uscita dall’oscurità sotterranea è avvenuta grazie a un intervento complesso, che ha visto l’impegno di circa 120 tecnici operare giorno e notte.
Ad aspettare Ottavia all’esterno, un elicottero pronto a trasportarla verso l’ospedale di Bergamo per una valutazione medica. Il team sanitario ha deciso di non prolungare le pause durante il trasporto verso la luce, procedendo così a ritmo sostenuto. Giorgio Pannuzzo, amico intimo della speleologa e presente nel momento dell’incidente, ha commentato con sollievo che la sua amica avvertiva sempre più vicino il mondo esterno, nonostante la stanchezza e il dolore crescenti.
Il presidente di Progetto Sebino, Claudio Forcella, ha assistito all’operazione di salvataggio, confermando il suo desiderio di essere presente in un momento così cruciale. La grotta di Bueno Fonteno, da anni oggetto di studio e mappatura, ha riservato difficoltà e ostacoli in questo lungo e delicato recupero.
La soddisfazione per l’esito positivo è stata condivisa anche da Alberto Gabutti, figura di spicco del Soccorso alpino. L’intervento, benché complesso, ha ottenuto il risultato sperato. Ottavia ora riceverà le cure mediche necessarie, data la sua condizione clinica già valutata come stabile sul campo.
Corrado Camerini, medico e responsabile dell’operazione per il Soccorso alpino lombardo, ha ricordato la necessità di affrontare il recupero con la massima cautela a causa delle condizioni della grotta e delle lesioni di Ottavia, che includono traumi e fratture. L’apporto di integratori energetici è stato fondamentale per sostenere la speleologa durante il prolungato viaggio verso la superficie.
Le operazioni hanno richiesto anche l’intervento dei Vigili del fuoco per mettere in sicurezza l’area di atterraggio dell’elicottero, garantendo così un trasferimento agile e sicuro. La preparazione dell’ultimo tratto è avvenuta con efficienza grazie alla bonifica dei passaggi e l’uso di cariche esplosive per allargare i punti più critici.
Parallelamente al soccorso, prende avvio una fase investigativa condotta dai carabinieri di Clusone. L’obiettivo dell’inchiesta è accertare il rispetto delle normative di sicurezza durante l’esplorazione speleologica, in particolare considerato il verificarsi di un altro incidente analogo non molto tempo prima. Tra le persone che verranno ascoltate, ci saranno Ottavia e i dieci amici che l’accompagnavano in quel momento cruciale.