Dopo un accordo raggiunto inaspettatamente nelle ultime 48 ore, Jannik Sinner ha evitato il confronto dinanzi al Tribunale Arbitrale dello Sport (Tas) sul caso di Clostebol. L’atleta italiano, in cima alla classifica mondiale, ha accettato una sospensione di tre mesi pattuita con l’Agenzia Mondiale Antidoping (Wada). In questo modo, Sinner è riuscito a chiudere il capitolo più difficile della sua carriera, garantendosi la possibilità di tornare sui campi da gioco il prossimo 4 maggio, pronto a competere nel prestigioso torneo degli Internazionali d’Italia al Foro Italico.
Il regolamento prevede che durante il periodo di sospensione Jannik Sinner dovrà saltare una serie di importanti tornei, tra cui il torneo di Doha, i Master 1000 di Indian Wells e Miami, Montecarlo e Madrid. Tuttavia, potrà ancora gareggiare nei restanti tre Slam della stagione: Parigi, Wimbledon e New York, oltre a difendere il titolo delle Atp Finals a Torino.
L’intera vicenda è nata a seguito di due controlli antidoping in cui la sostanza proibita Clostebol è stata trovata nelle urine del giocatore. Nonostante la presenza del farmaco, è stato confermato che Sinner non ha avuto l’intenzione di trarne vantaggio, come sottolineato anche dalla stessa Wada. L’accordo prevede però che Sinner si prenda la responsabilità degli errori commessi dal suo staff, in particolare dal preparatore atletico Umberto Ferrara e dal fisioterapista Giacomo Naldi, i quali si sono resi responsabili dell’acquisto e dell’applicazione del prodotto contaminato.
Il presidente della Federazione Italiana Tennis, Angelo Binaghi, ha accolto con sollievo la notizia, affermando che si è chiusa finalmente una situazione ingiusta per il giocatore. Sinner, da parte sua, ha riconosciuto l’importanza delle norme antidoping, accettando la sospensione e il peso delle azioni del suo team, esprimendo gratitudine verso coloro che lo hanno supportato.
In un comunicato ufficiale, la Wada ha ribadito che non c’è stata intenzionalità dietro l’assunzione della sostanza da parte di Sinner, ma ha rimarcato come la responsabilità ricada anche sulla gestione della squadra dell’atleta. Questa risoluzione rappresenta quindi una vera e propria liberazione per Jannik, che può ora concentrarsi con serenità sui prossimi impegni sportivi, determinato a superare questo ostacolo nella sua carriera da campione indiscusso.