Il progetto Starlink, nato nel 2015 grazie all’intuizione di Elon Musk, rappresenta una mega-costellazione di piccoli satelliti progettati per offrire connessione internet a banda larga in tutto il mondo. A differenza dei tradizionali satelliti geostazionari, collocati a circa 36 mila chilometri dalla Terra, i satelliti di Starlink orbitano a un’altezza di soli 4-500 chilometri. Questa scelta riduce significativamente la latenza delle comunicazioni, permettendo un trasferimento dei dati pressoché in tempo reale.

Starlink non solo permette di raggiungere località remote dove le infrastrutture tradizionali sono difficilmente accessibili, ma si configura anche come una soluzione di emergenza in caso di interruzioni della connettività terrestre causate da eventi atmosferici estremi o attacchi alle infrastrutture. Sebbene il costo mensile per usufruire del servizio sia vicino a quello delle tradizionali connessioni via fibra o rame, Starlink può offrire priorità di connessione attraverso pacchetti ad un prezzo maggiore.

In Italia, il costo del servizio di Starlink è di 29 euro al mese per i privati (40 euro con priorità) e di 50 euro per le aziende, con l’aggiunta di costi per il kit necessario al funzionamento del sistema. Ad oggi, vi sono in Italia circa 50-60 mila contratti, prevalentemente situati in aree remote. Il recente accordo con Telespazio, controllata da Leonardo, mira a espandere ulteriormente la presenza del servizio nel Paese.

Un aspetto importante di Starlink è la sua sicurezza. Come qualsiasi altra infrastruttura di comunicazione, la protezione dei dati dipende dalla crittografia utilizzata per garantirne la riservatezza. Pur essendo un sistema sicuro, esiste sempre il rischio che il controllo dell’infrastruttura da parte di Musk possa portare ad uno “spegnimento” del servizio, benché ciò non lascerebbe l’Italia senza alternative di telecomunicazione.

Per quanto riguarda le alternative a Starlink, al momento non esistono in Europa costellazioni satellitari paragonabili per copertura e capacità. Tuttavia, il progetto Kuiper di Blue Origin, azienda spaziale di Jeff Bezos, promette potenzialmente di diventare un concorrente diretto entro il 2027, con almeno 3000 satelliti in grado di fornire una copertura globale.

Nel contesto militare e di difesa, come afferma il Ministro della Difesa Guido Crosetto, la capacità di comunicazione affidabile e continua a grande distanza è essenziale, soprattutto per le missioni fuori dai confini nazionali. I sistemi geostazionari Sicral attualmente in uso, pur essendo affidabili, hanno limitazioni in termini di copertura e banda disponibili, spingendo dunque verso l’integrazione con satelliti in orbita bassa come quelli di Starlink.

Alla domanda se serva Starlink, la risposta è quindi positiva, nonostante i rischi e le sfide legati a una connessione basata su una tecnologia ancora in evoluzione e che necessita di continui sviluppi per competere efficacemente con le reti terrestri già esistenti. L’interesse cresce anche per le applicazioni strategiche su scala globale e la capacità di rispondere alle esigenze di aree non ancora adeguatamente coperte dalle reti attuali.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *