Presso il Politecnico di Bari, da anni si rinnova una tradizione natalizia in cui viene allestito un albero nell’atrio, adornato con lettere contenenti i desideri degli studenti. Tra queste, una missiva spicca per il suo contenuto profondamente diverso e toccante. Si tratta di una lettera scritta a Babbo Natale, in cui un giovane chiede di sparire nel nulla piuttosto che ottenere un bel voto, una laurea rapida o qualunque oggetto materiale.
Le parole del ragazzo trascritte con delicatezza in corsivo, attraverso l’inchiostro nero, raccontano un desiderio di fuga. “Caro Babbo Natale, so di non scriverti da molto tempo. Adesso sento di avere un solo desiderio: gli ultimi quattro anni sono stati estremamente difficili e sinceramente, sono esausto. Vivere è divenuto estenuante e non trovo più la forza di lottare per una vita che sia mia, diversa da quella che gli altri considerano normale”, confida nella lettera. Il messaggio continua, esprimendo sfiducia nel trovare accettazione e sostegno nel suo cammino. “Non verrò mai accettato per il mio percorso, né riceverò mai il supporto delle persone che mi circondano. Mi sarebbe bastato solo non avere ostacoli”, conclude amaramente. Nessuna firma accompagna queste righe, solo una preghiera: “Please let me fly away”, che tradotto significa “Per favore, lasciami volare via”.
A intercettare questo grido d’aiuto, una docente dell’istituto, che ha colto il profondo dolore celato nelle parole del ragazzo. Immediatamente ha risposto con un segno di speranza, usando una penna rossa per scrivere un messaggio accanto: “Caro studente, la vita è un miracolo che si rinnova ogni giorno. Siamo tutti pronti ad accoglierti e intercederemo presso Babbo Natale affinché ti riveli la bellezza della tua età e la sacralità della tua esistenza”. Non solo, l’insegnante ha anche lasciato il suo numero di telefono e ha deciso di pubblicare un appello sui social nella speranza di riuscire a rintracciare l’autore della lettera e offrirgli supporto.
Questa iniziativa ha acceso una luce sull’importanza dell’ascolto e del sostegno in ambienti accademici, promuovendo una comunità pronta a tendere una mano a chi ne ha più bisogno. Diversi studenti e docenti hanno accolto l’appello della professoressa, dimostrando che ogni gesto di gentilezza può fare la differenza e aiutare qualcuno a ritrovare il coraggio di vivere.