La scena tecnologica mondiale è spesso dipinta con un’immagine piuttosto statica: l’America è vista come la terra dell’innovazione, la Cina come quella della copia, e l’Europa come il regno della regolamentazione. Tuttavia, questo panorama è destinato a mutare rapidamente. Uljan Sharka, l’imprenditore di origine albanese e fondatore della prima unicorn italiana, iGenius, è convinto che l’Europa possa riguadagnare una posizione di rilievo nel settore tecnologico. Ha recentemente siglato un accordo con Nvidia per la costruzione del supercomputer Colosseum in Italia, che diventerà operativo entro il 2025. Questo progetto si avvarrà dei potenti chip Blackwell, rendendolo il data center più avanzato d’Europa.

La decisione di situare un data center di tale portata nel Sud Italia non è casuale. La regione offre condizioni vantaggiose, tra cui un surplus di energia rinnovabile che supera la domanda locale. Con l’apporto delle nuove tecnologie di microprocessori, le capacità computazionali di Colosseum promettono un potenziale di calcolo 30 volte superiore rispetto alle attuali possibilità, con un efficienza energetica migliorata di 25 volte. Questo salto tecnologico consentirà lo sviluppo di applicazioni avanzate nel campo dell’intelligenza artificiale nelle aree che richiedono elevata affidabilità e precisione, come la sanità e la pubblica amministrazione.

L’Europa, che spesso soffre la frammentazione politica, culturale e linguistica, si trova davanti a un’opportunità storica. Sharka propone di prendere ispirazione dal passato, quando Apple riuscì a determinare il mercato con il suo approccio distintivo. La strategia europea potrebbe basarsi sulla fiducia e sulla regolamentazione, offrendo un’alternativa attraente e sicura in un mercato frenetico e in continua evoluzione. Questo potrebbe riequilibrare il gap tecnologico con i giganti americani, favorendo lo sviluppo di aziende innovative e competitive.

Secondo Sharka, l’Europa potrebbe diventare la nuova “Apple” della generazione digitale, tracciando un percorso unico che esalta le sue caratteristiche uniche. Nonostante le sfide, il potenziale del continente di emergere come attore principale è considerevole, dato che un terzo delle spese globali previste per l’intelligenza artificiale entro il 2030 sarà europeo.

La realizzazione di questo ambizioso progetto non può essere demandata ai governi nazionali o alla Commissione Europea. Occorrono attori privati che si uniscano per creare un sistema coeso e innovativo. La chiave è la collaborazione pubblico-privato, ma con un approccio che preferisce la digitalizzazione e l’efficienza agli sussidi diretti. Sharka sottolinea come il supporto pubblico debba concentrarsi sull’acquisto di soluzioni innovative piuttosto che su aiuti a fondo perduto, un approccio diverso rispetto a quello della francese Mistral, che è stato criticato per essere una costruzione politica non radicata nel mercato.

Questo approccio non solo punta a stabilizzare l’ecosistema tecnologico europeo, ma tiene conto delle peculiari condizioni del mercato interno, diverso da quello degli Stati Uniti. Le start-up come iGenius devono quindi contare su un piano di sviluppo adattato alle peculiarità europee, che comprende un nuovo approccio imprenditoriale per prosperare.

Uljan Sharka crede nel potenziale dell’Europa di diventare protagonista sulla scena globale, sfruttando le proprie qualità culturali e regolamentari per costruire un futuro basato sull’innovazione e la fiducia. Чё’é l’inizio di un viaggio ambizioso che potrebbe cambiare radicalmente il panorama tecnologico nei prossimi decenni.

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