La vicenda di Giovanni Mista, residente a San Martino Valle Caudina, in provincia di Avellino, ha sollevato nuovamente il problema del tesseramento inconsapevole all’interno del Partito Democratico irpino. La storia ha avuto inizio con la scoperta, da parte della moglie C.G.M., dell’iscrizione del marito al partito senza il suo consenso. Giovanni si trovava in ospedale, in condizioni critiche, per un esteso periodo di convalescenza, rendendogli impossibile firmare o autorizzare alcuna adesione.

L’evento non è isolato, poiché già nel novembre 2021 il Partito Democratico, sotto la guida di Enrico Letta, aveva sospeso più di 2.500 nuove adesioni, rilevando irregolarità all’interno della Federazione di Avellino. Tuttavia, ciò che rende questo fatto particolarmente ingiusto è l’approfittarsi delle condizioni di salute di Giovanni. La moglie ha chiesto spiegazioni al segretario del circolo PD, trovandosi di fronte a una serie di risposte contraddittorie e insufficienti.

L’incomprensione principale riguarda chi abbia firmato e versato il contributo per la tessera a nome di Giovanni. La moglie riferisce di aver ricevuto indicazioni vaghe: inizialmente le è stato detto che il nome era stato suggerito dal sindaco, per poi ricevere una correzione in cui si affermava che era stato semplicemente tratto da liste degli anni precedenti, senza un consenso esplicito. La vicenda si chiude con un tentativo di archiviazione tramite scuse telefoniche, che però non sono state ritenute adeguate, poiché il danno alla privacy familiare e alla dignità è stato già arrecato.

Cristina Gabriella, la moglie di Giovanni, esprime tutto il suo sgomento e la delusione per l’accaduto, sottolineando come la sua famiglia si sia sentita strumentalizzata in un momento così delicato. Nonostante le difficoltà personali e la sua situazione di straniera, non si è rassegnata e ha chiesto giustizia per salvaguardare il diritto di espressione del marito.

Questa denuncia è emblematica di un problema più ampio e diffuso, poiché si segnalano altre vittime inconsapevoli di iscrizioni fittizie. Sembra che la corsa al tesseramento a fini politici non si arresti nemmeno di fronte a criticità familiari serissime. Un precedente analogo era accaduto sempre con Giovanni che, durante il ricovero, era stato avvicinato per un’assunzione come operaio interinale, probabilmente per mascherare simili manovre scorrette.

Questo episodio solleva numerosi interrogativi sul rispetto delle libertà personali e sulla trasparenza dei meccanismi interni dei partiti. Risulta fondamentale un rigoroso controllo e una maggiore eticità nei processi di adesione politica per evitare di calpestare diritti fondamentali dei cittadini.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *