Le recenti modifiche al codice della strada hanno introdotto la possibilità di sottoporre tutti gli automobilisti a test antidroga, senza considerare se la guida in stato alterato abbia effettivamente comportato comportamenti pericolosi. La normativa punisce ora la semplice assunzione di sostanze stupefacenti, anche se avvenuta diverse ore prima di mettersi al volante. Tuttavia, questa rigida applicazione delle norme presenta alcuni problemi legati alla possibilità di ottenere falsi positivi, specialmente a causa di farmaci di uso comune.
Esempi noti di farmaci che potrebbero interferire con i test antidroga includono la tachipirina e altri analgesici, che in rari casi possono dare esiti errati simili a quelli delle sostanze illegali come la marijuana e le anfetamine. Una problematica evidenziata è il caso di un automobilista a cui è stata ritirata la patente dopo essere risultato positivo a un test antidroga, causato dall’assunzione di tachipirina due giorni prima.
Non solo i farmaci, ma anche alcuni alimenti possono influenzare i risultati dei test antidroga. È importante notare che alcuni medicinali da banco, compresi i decongestionanti a base di pseudoefedrina, possono far risultare il test positivo alle anfetamine, e antifiammatori come l’ibuprofene possono simulare il consumo di marijuana.
Un recente studio del servizio sanitario Papa Giovanni XXIII di Bergamo ha dimostrato che i test salivari, come il SoToxa, utilizzati dalle forze dell’ordine, sono in grado di rilevare la presenza di sostanze stupefacenti come cannabis, cocaina e oppiacei nella saliva ben oltre il momento del consumo. Tuttavia, pur essendo considerati affidabili, questi test non rilevano tutte le sostanze, come il metadone o il fentanyl, e presentano una piccola percentuale di falsi positivi, soprattutto in pazienti che assumono farmaci per il controllo dell’ipertensione, antidiabetici e antidepressivi.
I test salivari sono eseguiti poiché le sostanze stupefacenti vengono metabolizzate ed espulse dall’organismo attraverso fluidi biologici come saliva, urine e sudore. I dispositivi DrugWipe 5S e SoToxa, utilizzati rispettivamente da carabinieri e polizia, consentono di analizzare immediatamente la saliva e, una volta confermata la positività da un laboratorio, la patente può essere sospesa.
Le forze dell’ordine possono richiedere esami di secondo livello tramite analisi del sangue o delle urine, soprattutto in caso di sospetta alterazione psico-fisica. Tuttavia, queste analisi possono essere rifiutate a meno che l’interessato non sia coinvolto in incidenti che hanno provocato lesioni gravi a terzi.
Il quadro sanzionatorio prevede multe fino a 6mila euro per chi guida sotto l’effetto di alcol, con limiti ben definiti sulla quantità di alcol tollerata, a ulteriore testimonianza della rigida applicazione delle normative mirate a garantire la sicurezza sulle strade.