Dall’universo delle criptovalute ai social media apprezzati dai conservatori statunitensi: questo è il nuovo orizzonte di Giancarlo Devasini, un tempo chirurgo plastico a Torino, oggi quarto uomo più facoltoso in Italia con un patrimonio di 9 miliardi di dollari. Fondatore di Tether, la più vasta piattaforma di stablecoin a livello globale con oltre 120 miliardi di dollari di volume d’affari e 10 miliardi di utili, Devasini continua a far parlare di sé, pur rimanendo distante da telecamere e interviste pubbliche.

Tether, co-fondata insieme a Paolo Ardoino, ha infatti recentemente destinato 775 milioni di dollari in un progetto ben lontano dal mondo degli stablecoin, le criptovalute ancorate al dollaro e utilizzate come riferimento dai trader. Questa volta, l’investimento si concentra su Rumble, un social network creato da Chris Pavloski come alternativa a YouTube. Rumble è noto per ospitare contenuti visti con favore dai conservatori americani e ha persino il sostegno del fondo di venture capital di Jd Vance, futuro vicepresidente degli Stati Uniti. Tuttavia, la piattaforma ha vissuto una significativa crisi di liquidità.

Rumble, quotata in Borsa con una capitalizzazione di circa 3,8 miliardi, è entrata nel mercato nel 2022 tramite una Spac di Cantor Fitzgerald, il cui CEO è Howard Williams Lutnick, scelto da Donald Trump per il ruolo di segretario al Commercio. Secondo Forbes, nonostante il numero significativo di utenti e visualizzazioni, Rumble soffriva di un saldo negativo di 218 milioni dal gennaio 2023. L’ingresso di Tether è visto come un intervento di salvataggio, con un’iniezione di denaro di circa 250 milioni di dollari come parte dell’accordo.

In Europa, il regolamento MiCA sulle cripto-attività rappresenta una sfida per Tether, poiché l’azienda non è ancora riconosciuta ufficialmente come emettitore di moneta elettronica nell’Unione Europea. La più influente stablecoin rischia quindi di essere esclusa se non si allinea con le nuove normative. A fronte di ciò, Tether ha investito in StablR, una società di stablecoin con licenza maltese, segnando il suo secondo investimento in un emittente europeo di stablecoin in un solo mese.

Queste mosse mettono in evidenza i contrasti tra la stretta europea sulle criptovalute e le aperture dell’amministrazione Trump. Lutnick, fervente sostenitore delle cripto e investitore di Tether con il 5% delle quote, ignora le indagini del Wall Street Journal che avrebbero segnalato l’allerta dell’FBI sull’ipotetico utilizzo di stablecoin da parte dei cartelli del narcotraffico e gruppi terroristici.

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