Gli Stati Uniti hanno concesso una sospensione temporanea di 30 giorni ai dazi contro il Canada e il Messico, già decisi dal presidente Donald Trump. Questo rinvio, avvenuto poche ore prima dell’entrata in vigore delle imposte del 25%, permette a questi due stretti partner commerciali dell’America, legati da accordi di libero scambio, di negoziare una soluzione. L’intesa transitoria con il Canada riflette quella stabilita con il Messico, consentendo un mese di trattative per trovare un’intesa.
In seguito a una conversazione telefonica definita “cordiale”, il primo ministro canadese Justin Trudeau ha promesso di mobilitare circa 10.000 agenti per proteggere il confine dal traffico di fentanyl, oltre a designare uno “zar” contro la droga. Trudeau ha dichiarato sui social media piani di coordinazione con gli Stati Uniti per combattere la criminalità organizzata e il riciclaggio. Sebbene quest’accordo in extremis non risolva la situazione, offre un sollievo temporaneo ai mercati finanziari.
Nel frattempo, i mercati azionari hanno chiuso in negativo, sebbene contenendo le perdite. Le Borse europee, come Milano, Francoforte, Parigi e Londra, hanno visto un moderato miglioramento rispetto alle flessioni iniziali, mentre quasi lo stesso scenario si è verificato a Wall Street, con i principali indici in leggero recupero rispetto al profondo rosso iniziale. Nel mondo valutario, l’euro si avvicina alla parità con il dollaro, mentre l’instabilità continua a colpire il mercato delle criptovalute e l’oro raggiunge nuovi massimi storici.
Dall’altra parte dell’Atlantico, il petrolio resta invariato. Tuttavia, le tensioni commerciali continuano ad avere effetti globali. La decisione di Trump di salire su dazi addizionali sull’Europa rischia di scuotere l’economia del Vecchio Continente, già sotto l’ombra di una ritrovata inflazione.
In un clima di tensioni internazionali, le mosse di Trump sono attentamente monitorate anche in relazione alla Cina, con la quale gli Stati Uniti prevedono di avere ulteriori colloqui. L’imposta del 10% sui prodotti europei porterebbe nuove problematiche per un’economia già provata dalla debole crescita e dai costi energetici in aumento. Il delicato equilibrio del commercio mondiale è più incerto che mai, mentre le diplomazie cercano compromessi per evitare un’escalation che potrebbe avere ripercussioni globali.