Lunedì sarà il giorno in cui Donald Trump fornirà una risposta dettagliata riguardo l’eventuale imposizione di dazi sui semiconduttori. Finora, il presidente degli Stati Uniti ha più volte discusso pubblicamente la possibilità di adottare tale misura, senza, tuttavia, concretizzarla.
Un altro tema di rilevanza nell’agenda di Trump riguarda l’obiettivo di deportare un milione di migranti durante il primo anno del suo mandato. Questo intento ambizioso si basa su dati che mostrano come il numero massimo di deportazioni annue raggiunto durante l’amministrazione Obama sia stato di 400.000.
Intanto, il recente comportamento dei mercati finanziari statunitensi ha suscitato dubbi riguardo il ruolo tradizionale degli Stati Uniti come pilastro sicuro del sistema economico globale. Nonostante le speculazioni, Trump mantiene la sua posizione rassicurante, affermando che il dollaro rimarrà una valuta di riferimento.
La dipendenza delle industrie tecnologiche statunitensi dalla produzione cinese è un argomento delicato. Infatti, circa l’80% degli iPhone destinati al mercato americano viene prodotto in Cina. Un eventuale aumento dei dazi sui prodotti cinesi avrebbe potuto portare a rincari significativi sui dispositivi elettronici, con ripercussioni anche sui consumatori europei. Tale scenario ha spinto l’amministrazione Trump a esentare tali prodotti da ulteriori tariffe, limitandone l’impatto diretto.
I consumatori americani, nel frattempo, si sono affrettati ad acquistare prodotti fabbricati all’estero in previsione dei rincari legati ai dazi commerciali. Numerosi beni di largo consumo, tra cui elettronica e alimentari, sono stati presi d’assalto nei negozi, temendo futuri aumenti di prezzo.
La Casa Bianca ha fatto chiarezza sull’imposizione dei dazi, specificando che prodotti come automobili, acciaio e semiconduttori saranno colpiti in modo mirato per garantire un’applicazione equa delle tariffe. Questa decisione è influenzata dalla volontà di spostare la produzione tecnologica all’interno degli Stati Uniti, incoraggiando investimenti da parte di grandi aziende come Apple, TSMC e Nvidia.
In questo contesto, sono stati esentati dai dazi americani anche macchinari per la produzione di semiconduttori e dispositivi tecnologici, mossa che potrebbe favorire aziende come Apple e Microsoft. Queste esenzioni rappresentano un tentativo dell’amministrazione Trump di proteggere le filiere produttive statunitensi da costi esorbitanti.
Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha sollevato interrogativi circa un possibile “insider trading” legato alle recenti dinamiche commerciali, sebbene non abbia strumenti per confermare tali supposizioni. Tuttavia, Landini sottolinea come vi siano stati effetti economici tangibili, con alcuni arricchendosi e altri subendo perdite.
Infine, in ambito internazionale, Trump ha evocato la possibilità che gli Stati Uniti possano boicottare il prossimo G20 in Sudafrica, motivando tale decisione con preoccupazioni legate a questioni di politica interna del paese africano.