L’economia degli Stati Uniti sotto la guida di Donald Trump presenta un problema sistemico di grande rilevanza: il crescente deficit pubblico. Questo squilibrio finanziario rappresenta un ostacolo significativo per il mantenimento delle promesse elettorali del presidente, il quale si trova costretto a trovare soluzioni per garantire il continuo finanziamento del debito. Da qui derivano le pressioni esercitate sugli altri paesi, in particolare sull’Europa, attraverso minacce di dazi e altre strategie economiche aggressive.

Il deficit federale degli Stati Uniti ha raggiunto livelli preoccupanti. Il governo americano si trova nella necessità di attirare ogni anno un volume sempre maggiore di investitori internazionali, al fine di piazzare nuovi titoli del Tesoro per finanziare il debito in crescita. Nel 2024, il disavanzo del bilancio federale è stimato intorno al 6,3% del prodotto interno lordo, mentre il debito pubblico raggiunge il 120,7%. Questi numeri, sebbene non senza precedenti a livello globale, pongono gli Stati Uniti in una posizione unica a causa delle loro dimensioni economiche e della loro influenza sul mercato finanziario mondiale.

Per affrontare questa situazione, Trump sembra aver elaborato una duplice strategia. Da un lato, l’introduzione e la promozione di “stablecoin”, valute digitali sostenute da riserve come il dollaro, potrebbero fungere da strumenti per facilitare il collocamento del debito americano. Questi strumenti digitali potrebbero diventare mezzi di pagamento alternativi in altre aree economiche, compresa l’Europa, contribuendo a sostenere il finanziamento del debito statunitense.

Dall’altro lato, Trump utilizza la leva dei dazi come strumento di pressione contro i paesi europei, cercando di costringerli ad aumentare l’acquisto di titoli di Stato americani. L’obiettivo è quello di mantenere i tassi di interesse contenuti, evitando che un aumento dei rendimenti renda insostenibile il peso del debito. Una condizione critica, poiché un aumento dei tassi potrebbe causare una recessione economica negli Stati Uniti, con conseguenze negative per il dollaro e il mercato azionario.

Il compito di arginare questo scenario spetta anche agli europei, che dovrebbero reagire con misure concrete come il progetto dell’euro digitale. Inoltre, i paesi dell’area euro devono valutare con attenzione le possibili implicazioni di un’ulteriore esposizione al debito statunitense, considerando i rischi associati a una potenziale svalutazione futura del dollaro.

In definitiva, la strategia di Trump si basa sulla coercizione e sulla pressione economica, sfruttando le debolezze di altri paesi per sostenere il modello economico statunitense incentrato sul debito. Tuttavia, rimane da vedere quanto questa strategia possa essere sostenibile nel lungo termine e come reagiranno le altre potenze economiche globali di fronte a queste manovre.

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